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Giornata nazionale del Terapista occupazionale

di Christian Parone

24 MAG - Gentile Direttore,
ieri si è tenuto l’evento online organizzato da AITO in occasione della Giornata nazionale del Terapista occupazionale: “Come la pandemia ha rafforzato la nostra identità professionale”. L’incontro prende il via dopo i saluti istituzionali del Presidente Cdan TO Della Gatta, che ha auspicato l’aggiornamento dell’elenco delle ATS, del Presidente SITO Calabrese e dell’Avv. Laila Perciballi, che a nome della FNO TSRM PSTRP ha ricordato i valori della Costituzione etica delle professioni sanitarie, soprattutto la relazione coi colleghi e le persone assistite e la trasmissione delle competenze agli studenti, e ha ribadito il ruolo del terapista occupazionale nel restituire dignità.
 
La dott.ssa Cugnod esplicita il ruolo del terapista occupazionale in un reparto di lungodegenza nel permettere alla persona di rimanere ancorata a se stessa. Suo compito è stato capire cosa potesse dare il senso di essere vivi, ricostruire la realtà personale nelle camere di isolamento, con gli oggetti privati, creare una rete anche con l’esterno. Si è rivelata importante la relazione che si è instaurata, capire dov’è l’altro nel suo fare quotidiano e nei sui affetti.
 
La dott.ssa Consonni ha accettato un ruolo non suo, in terapia intensiva respiratoria. Le è stato chiesto di servire le colazioni e fornire aiuto se necessario. Nel reparto, è nata una collaborazione con la caposala che ha portato allo svolgimento delle ADL in fase iniziale di ricovero e al counseling nel rientro a casa, soprattutto per le strategie per di riduzione della fatica. La collega sottolinea la necessità di centrare l’attenzione oltre che sul paziente, anche sul benessere dell’operatore, che solo se sereno può offrirsi al meglio alla persona assistita.
 
La dott.ssa Bartocetti ha descritto l’intervento conseguente all’interruzione delle sedute a domicilio. Ha sperimentato, partendo dal modello Vivaio, nuovi strumenti di relazione, dalle semplici telefonate per non far sentire abbandonati i pazienti, a incontri in video, alla stessa ora dei precedenti in presenza. In questo modo, gli assistiti hanno potuto raccontarsi e sperimentare nuove modalità per continuare “a fare”.
 
Il dott. De Lisa descrive la propria esperienza con la teleriabilitazione, che ha offerto la possibilità di entrare maggiormente nelle case, sperimentando non solo le difficoltà burocratiche, i limiti d’uso delle tecnologie, le paure, ma anche riportando alcune delle attività che si svolgevano dal vivo. Gli utenti più giovani, dopo la condivisione degli obiettivi, si sono dimostrati maggiormente motivati, anche grazie a un contatto più stretto con i genitori. De Lisa auspica che nuovi studi mirati aumentino l’efficacia, di modo che la terapia a distanza si trasformi in risorsa che integri, ma non sostituisca, la pratica in presenza.
 
Il dott. Ellena utilizza la metafora del sasso nello stagno: il Covid ha turbato in maniera drammatica la quiete e l’immobilità delle RSA. Il terapista occupazionale in collaborazione con l’équipe ha organizzato e educato gli operatori sulla maniera con cui rivolgersi agli ospiti per combattere le conseguenze dirette della pandemia: la perdita di fiducia nella relazione d’aiuto, del ruolo e dell’interazione sociale, l’alterata percezione spaziale e temporale, la depersonalizzazione, lo stress e la paura. Il lavoro è stato incentrato molto sulla cura di sé per deviare l’attenzione verso concetti più piacevoli e vezzosi, sul contenimento del bombardamento mediatico fornito dalle tv che creava disorientamento e frustrazione. Si sono incrementati i ruoli sociali all’interno del sistema RSA; si sono proposte attività suddivise per compiti che potessero essere svolte singolarmente creando una sinergia su un progetto comune.
 
Ci sono state anche delle felici riscoperte come le comunicazioni epistolari vista la diffidenza verso la tecnologia e la riscoperta del domicilio da parte di due ospiti giovani in stato vegetativo che con non poche difficoltà sono rientrati a casa grazie alla pianificazione del domicilio e all’addestramento dei caregiver svolto anche da parte del Terapista Occupazionale.
 
In tutti gli interventi è emersa l’importanza del team. Il covid ha dato la possibilità di conoscersi meglio tra professioni, di apprendere nuove competenze, di trovare nuovi equilibri su spazi e tempi di lavoro.
 
L’importanza di lavorare assieme per un obiettivo comune è anche l’apprendimento emerso dal racconto di Michele Sorano, studente del CdL di Troina (CT) che ha discusso il passaggio alle lezioni online, alla mancanza di interazione coi colleghi, alle nuove modalità di tirocinio. Ora, grazie al vaccino, è possibile proseguire l’esperienza in reparto, con una nuova consapevolezza sulla rilevanza del contatto con gli altri. Il video realizzato per incoraggiare a iscriversi al corso di laurea per aumentare il numero di terapisti occupazionali chiude i lavori.
 
Dott. Christian Parone
Presidente AITO
 

24 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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