L’igiene delle mani parte integrante del processo di cura, tutti i giorni, non solo il 5 maggio
di F.Azzali, L.Lodetti, G.Lanza
11 MAG -
Gentile Direttore,
anche quest'anno il 5 maggio scorso, in occasione della Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani, il tema dell’hand hygiene è tornato ad occupare le prime pagine dei giornali e tutti gli attori del panorama sanitario si spendono in proposte, idee e suggerimenti per mettere al centro del dibattito il tema; puntualmente questa attenzione dura solo 24h e dal 6 maggio ci si concentra su altro.
L’igiene delle mani non deve essere un’eccezione alla normalità ma parte integrante del processo di cura e per questo necessita attenzione, orientamento e impegno durante tutto l’anno. Le organizzazioni sanitarie hanno gli strumenti necessari per “investire” in questa direzione: la formazione specifica degli operatori è talmente incardinata nei percorsi universitari e di preparazione, da essere ormai data quasi per scontata. Cosa possono fare allora le organizzazioni per ridare importanza e visibilità all’igiene delle mani? La risposta è talmente semplice e poco innovativa da sembrare scontata: misurare, valutare, confrontarsi.
Abbiamo parlato di “investire” perché misurare, valutarsi e confrontarsi richiede uno sforzo organizzativo spesso superiore all’eventuale investimento in risorse economiche. Gli strumenti per la misurazione sono disponibili senza costi, il vero investimento è il tempo degli operatori che svolgono il ruolo di “osservatori”. Lo sforzo vale il risultato?
Alcune organizzazioni sanitarie italiane hanno, negli ultimi 4 anni, volontariamente preso parte al progetto di benchmark nazionale organizzato dal Joint Commission Italian Network, che ha permesso di costruire un database di quasi 150.000 rilevazioni in grado di fornire una fotografia importante, seppur parziale, della compliance all’igiene delle mani nelle nostre organizzazioni sanitarie.
L’impegno profuso dalle organizzazioni in questo progetto è un elemento di grande valore perché, come già sottolineato, è necessario dedicare personale e tempo all’implementazione di progetti che non siano estemporanei ma rappresentino una consolidata prassi all’interno dell’organizzazione.
L’impatto delle rilevazioni sul miglioramento della compliance è evidente già in letteratura , ma le stesse organizzazioni hanno fornito un feedback positivo, in termini di maggiore attenzione e orientamento a questo tema, partecipando ad un progetto che fornisce dati e benckmark da analizzare e discutere con i professionisti. Sui dati raccolti è stato possibile verificare la compliance in base a variabili organizzative e professionali: la valutazione è stata sviluppata per profilo professionale, setting di cura e “momento” secondo le indicazioni del WHO.
I risultati aggregati sono liberamente accessibili sul sito networkjci.it nella
pagina dedicata.
La pandemia COVID-19 ha maggiormente posto l’attenzione sull’igiene delle mani e sull’impatto della stessa, in termini di efficacia, nel ridurre il rischio di trasmissione di micro-organismi potenzialmente patogeni, ampliando la platea dei soggetti coinvolti anche a pazienti e care-giver. Questa nuova attenzione/cultura potrebbe impattare positivamente sulle organizzazioni sanitarie per mantenere alta la tensione sulla compliance, coinvolgendo pazienti e care-giver, quali soggetti attivi del processo.
Per concludere appare necessario, se si vuole sostenere l’importanza dei processi di igiene delle mani, che essi siano percepiti come parte integrante del percorso di cura e non come un elemento accessorio. Le organizzazioni hanno il compito di non dimenticare l’igiene delle mani già domani, ma devono sforzarsi di “conoscersi” attraverso la misura della propria compliance: il consumo di prodotti per l’hand hygiene da solo non basta e il confronto con altre organizzazioni è fondamentale e di stimolo per il continuo miglioramento. Solo attraverso la conoscenza di un fenomeno e il confronto con altri è, infatti, possibile costruire percorsi di miglioramento che, nel caso specifico, impattano in modo determinante sulla qualità delle cure erogate e sulla sicurezza dei pazienti e dei professionisti.
Filippo Azzali
Coordinatore Nazionale, Joint Commission Italian Network
Laura Lodetti
Esperta in Sistemi sanitari, Joint Commission Italian Network
Gianluca Lanza
Coordinatore Progetto Hand Hygiene, Joint Commission Italian Network
11 maggio 2021
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore