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Riforma 118, la carta vincente è l’adozione di tecnologie innovative

di Mario Costa

05 MAG - Gentile Direttore,
fa piacere assistere alle diverse prese di posizione sul tema della ormai indispensabile riforma del sistema 118, a riprova che si tratta di una decisione ormai improcastinabile. Da più parti è stato riconosciuto che il Sistema si è assunto un’enorme carico di lavoro in occasione dalla attuale pandemia da Covid-19. Come da sempre avviene, in qualsiasi situazione di emergenza sanitaria la richiesta di informazioni, di aiuto e di allarme o di semplice attenzione si è riversata, in prima battuta, sulle Centrali Operative (1.1.2/118) che hanno sempre fornito risposta telefonica e territoriale.
 
La nuova situazione di emergenza ha confermato l’esperienza e professionalità degli operatori che, a tutti livelli, senza le necessarie specifiche conoscenze (e talvolta anche senza le adeguate protezioni individuali) hanno operato migliorandosi giornalmente e raffrontandosi tra loro. In realtà il sistema 118 è stato un sistema di frontiera che ha vicariato le carenze della medicina territoriale ed ha fatto da “cuscinetto” con la rete dei Pronto Soccorso Ospedalieri.
 
A fronte di tutto questo, e nonostante che il sistema di Emergenza Territoriale sia giustamente inserito nei Lea, il sistema 118 è ancora a livello regionale, frammentato, differenziato e interpretato con differenze che spesso ne impediscono o rallentano il funzionamento operativo ottimale e che fanno dimenticare nei riconoscimenti pubblici positivi l’attività di un sistema così complesso, mentre si valorizzano di più altre organizzazioni di soccorso, spesso subalterne al sistema 118 stesso.
 
La SIEMS, i cui Soci rappresentano, il sistema 118 in tutti i suoi livelli operativi in tutte le Regioni ha proposto sia da sola, sia congiuntamente con le altre società scientifiche rappresentative nell’ambito dell’emergenza sanitaria, un modello organizzativo che, superando proposte personalistiche o immaginifiche addirittura presentate a decisori pubblici, si basa sulle reali necessità dei cittadini che si rivolgono, in occasione di bisogni sanitari urgenti, al sistema pubblico. Il concetto di base è che la riorganizzazione deve, necessariamente, tenere presente le varie componenti sanitarie che compongono il Ssn e che vedono al centro il cittadino nelle sue varie età della vita.
 
Sappiamo molto bene che la rete territoriale di assistenza sanitaria vede come primo componente i Mmg e i Pediatri di libera scelta che, scelti dal cittadino, ne assumono la responsabilità e ne conoscono personalità e stato di salute poiché hanno registrazione informatica e condivisione dei dati con le altre componenti autorizzate del Ssn, i Mmg ed i Pediatri afferiscono ai Distretti ed alle strutture da questi dipendenti.
Anche il sistema di emergenza 118, sulla base delle esperienze anche recenti, deve “aprirsi” ed essere riorganizzato su base regionale, prevedendo una centrale operativa unica cui fanno capo le altre centrali operative, prescelte sulla base dei dati epidemiologici e sulla reale necessità sanitaria del territorio e non su richieste meramente politiche. Peraltro, abbiamo rilevato che l’organizzazione dell’Emergenza di contrasto al Covid è stata più efficiente in tutte quelle regioni che si sono organizzate come strutture uniche ed uniformi su tutto il loro territori e laddove la catena organizzativa e di comando è stata corta.
 
Le centrali operative regionali, collegate in rete, rappresenterebbero un elemento di forza del sistema di Soccorso Territoriale, particolarmente in occasione di situazioni di maxiemergenza, potendo connettersi e condividere, nell’immediato, le notizie dell’evento, la diffusione dell’allarme e la condivisione delle risorse previste e standardizzate, a livello nazionale. Risorse che debbono prevedere linee guida univoche, formazione uniforme e standardizzazione dei mezzi e delle attrezzature.
 
L’integrazione appare uno degli elementi fondamentali per una risposta adeguata ai bisogni dei cittadini. Non è pensabile la riorganizzazione di un sistema così complesso senza una stretta correlazione mirata ad ottimizzare le risorse presenti e quelle che verranno incrementate. Ad esempio l’integrazione dei Mmg con il sistema 118 dovrebbe avvenire nelle aree a bassa densità di popolazione ovvero nelle aree ove l’aumento della popolazione avviene a cadenza stagionale. I Mmg individuati come terminali del sistema 118 dovrebbero essere formati ad affrontare le situazioni di emergenza, dotati di attrezzature sanitarie e di idoneo collegamento, ricevendo anche un compenso economico in relazione a questa attività.
Ulteriore livello di integrazione va previsto con la rete ospedaliera con cui vanno sviluppate linee guida cliniche ed organizzative comuni per rendere i percorsi dei mezzi sempre più idonei a risolvere, in modo tempestivo le situazioni di emergenza presentatesi (ad esempio il modello hub e spoke che ha permesso l’eccellente miglioramento delle attività di soccorso).
In entrambe le situazioni il denominatore di base è costituito dalla assunzione di una tecnologia, al momento, già così avanzata da permettere una condivisione dei dati.
 
L’adozione di tecnologie avanzate permetterà non solo la condivisone dei dati del paziente ma anche la possibilità di seguire il percorso di cura e riabilitazione valutandone la congruità e la continuità oltre a consentire la creazione di banche dati, di livello nazionale, la cui analisi permetterà una revisione qualitativa ed organizzativa costanti.
 
In conclusione, non ci fa certo piacere leggere sulla stampa le dichiarazioni di chi parla di assegnazione di risorse mirate ovvero di piani riorganizzativi inerenti al sistema 118 che non fanno il salto di qualità indispensabile per un reale “nuovo corso” di questo servizio. Si è del parere che il 118 meriti, da parte dei decisori politici, una visione organizzativa più ampia che preveda alla base l’utilizzo di tecnologie innovative ai vari livelli, nel quadro di una realizzazione di un sistema 118 nazionale in analogia con gli altri Corpi dello Stato dedicati ad aiutare la cittadinanza, con fondi dedicati e con la dignità propria di un sistema che ha dimostrato, anche recentemente, competenza, professionalità e soprattutto abnegazione da parte dei suoi componenti.
 
Mario Costa
Presidente Siems

05 maggio 2021
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