Il DM 70, il grande assente dal dibattito sulla “nuova” sanità
di Claudio Maria Maffei
15 FEB -
Gentile Direttore,
giuro: non sono un nostalgico del DM 70/2015 di cui mi capita ogni tanto di parlare in questa rubrica. Penso solo che sia uno strumento migliorabile (per certi versi l’unico) che ha tentato negli ultimi anni di dare una risposta o meglio un riferimento programmatorio ad alcuni problemi di fondo della sanità italiana e delle sanità regionali: la razionalizzazione della rete ospedaliera e della rete dell’emergenza/urgenza e la qualificazione della rete dei servizi distrettuali.
Pur essendo l’unico riferimento di sistema per la programmazione di una rete di servizi coerente con queste esigenze, il DM 70 non è mai stato nominato nei 10 interventi dell’interessantissimo Forum in cinque puntate (
qui tutti i riferimenti) su “Sanità e Governo Draghi. Cosa aspettarsi.” Questo Forum consente di avere un ricco ventaglio di considerazioni e proposte sulle questioni centrali che il nuovo Governo dovrà affrontare in tema di sanità, questioni oggetto delle sei domande poste agli autorevoli partecipanti al Forum.
Di queste domande almeno quattro incrociavano il DM 70: le priorità dell’Agenda sanità del nuovo governo, il ruolo del Recovery Plan, la riforma della assistenza territoriale e l’autonomia delle Regioni in sanità. Il DM 70, discutibile in alcune parti e migliorabile in molte altre, fornisce dei riferimenti su ognuno di questi quattro punti e tenta di dare omogeneità alle programmazioni regionali con il solito punto debole della mancanza di momenti di effettiva verifica e controllo.
In diversi interventi al Forum si è richiamata l’importanza di uno “svecchiamento “della rete ospedaliera e la necessità di rivedere il mai domo “ospedalocentrismo”. Allo stesso tempo alcuni interventi come quello del dott. Palermo hanno richiamato l’esigenza di riaumentare i posti letto ospedalieri. Bene qui siamo in pieno DM 70 e qualche decisione sulla validità delle sue indicazioni bisognerà prenderla e presto.
Gli interventi di ammodernamento tecnologico degli ospedali che i nuovi finanziamenti dovranno consentire su quale rete ospedaliera per acuti andranno distribuiti? La qualificazione degli ospedali di comunità prevista nella
ultima versione circolante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il Recovery Plan, insomma) si baserà sulla attuale rete costruita, o spesso solo prevista, sulle indicazioni del DM 70?
Non mi pare che i tempi di approvazione prima e di implementazione poi del Recovery Plan siano compatibili con l’azzeramento dei criteri di riferimento per la programmazione della rete ospedaliera, dell’emergenza territoriale e dei servizi distrettuali previsti nel DM 70. Certamente dalla pandemia (purtroppo tuttora, e come, in corso) sono emerse indicazioni importanti su alcuni aggiustamenti da fare al DM 70 di fatto contenuti nel DL 34/2020 e
successiva circolare ministeriale di indirizzo.
Il Forum QS, qui più volte richiamato, ha declinato un importante elenco di aspettative riposte sul nuovo Governo ed il nuovo e prestigioso Primo Ministro. Ma non sfugge certo a nessuno che non ci sono soluzioni miracolistiche a tutte le questioni aperte. E alcune di queste hanno bisogno di messaggi chiari che debbono partire dall’interno del mondo della sanità. Come dire, oltre a chiederci cosa può fare il Governo Draghi per la sanità chiediamoci cosa può fare la sanità per il Governo Draghi.
Una di queste cose è certamente una rapida chiarezza (almeno quella possibile) sui riferimenti da dare alla (ri)programmazioine dei servizi. A partire dalla decisione sul DM 70: soppresso subito o modificato alla svelta?
Claudio Maria Maffei
Coordinator scientifico Chronic-on
15 febbraio 2021
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