Medici ed infermieri Coop, a chi conviene?
di Tommaso Como
11 GEN -
Gentile Direttore,
durante la seconda ondata di contagio del virus Covid 19 sono stati stanziati 192 milioni di euro per incrementare il personale sanitario destinato ai pronto soccorso, ma di questa cifra solo una minima parte è stata impiegata per l’assunzione a tempo indeterminato di medici ed infermieri.
In Italia ci sono 844 pronto soccorso ospedalieri che effettuano circa 24 milioni di visite in un anno, con 2.800 accessi ogni ora, gestiti da 12.000 medici specialistici, un medico ogni 2.000 pazienti, decisamente pochi per scongiurare i lunghissimi tempi di attesa che si registrano nelle sale di accettazione del pronto intervento. Il medico del pronto soccorso è specializzato in medicina d’urgenza, ma nelle scuole apposite dove si acquisisce questa specializzazione, il Ministero della Salute, con i fondi stanziati dal Ministero dell’Economia, riserva solo ogni un anno 256 posti per la specializzazione in discipline mediche, portati solo ora per questa urgenza sanitaria, a 905.
Quindi per sopperire alla carenza di personale medico ed infermieristico, il Ministero della Salute e le ASL, invece di attingere personale sanitario da graduatorie stilate all’interno di regolari bandi di concorso, si sono rivolti alle agenzie interinali per assumere operatori sanitari a tempo determinato ed a somministrazione. Queste agenzie, offrono operatori di ogni categoria, ovviamente per il settore sanitario si possono trovare medici neolaureati, spesso senza specializzazione, oppure stranieri con poca dimestichezza della lingua italiana, infermieri privi di formazione professionale, ed OSS alle prime esperienze lavorative, o provenienti da settori completamente diversi da quello sanitario.
Questi soggetti vengono inseriti nei pronto soccorso, dove è richiesta una alta specializzazione e dove spesso si prendono decisioni in pochi secondi per la vita dei pazienti, dove sarebbero pertanto da escludere i medici alla loro prima esperienza, oppure vengono inseriti nei vari reparti specialistici creando notevole disagio ai colleghi che, oltre al loro lavoro, devono istruirli completando la loro formazione professionale, questa professionalità acquisita va totalmente persa, in quanto alla fine del periodo di lavoro pattuito, l’operatore sanitario può essere nuovamente appaltato dall’agenzia per un nuovo lavoro completamente diverso, questo sistema di assunzione nel settore sanitario è usato dalla stragrande maggioranza delle aziende ospedaliere e talvolta crea più danno che beneficio.
Le assunzioni a tempo indeterminato, di personale sanitario, garantiscono invece la certezza professionale degli operatori, infatti, alle graduatorie dei bandi di concorso possono accedere, per legge, solo medici con una specializzazione nelle dottrine mediche ed infermieri di comprovata esperienza che rimanendo inseriti nelle varie realtà ospedaliere, manterranno ed arricchiranno la loro esperienza professionale per tutta la durata del loro lavoro a beneficio dei pazienti.
Le agenzie di lavoro interinale retribuiscono al medico una paga oraria di 38/55 euro, ma al Servizio Sanitario Nazionale il medico costa anche 80 euro l’ora, i prezzi variano da regione a regione e dall’intensità della domanda.
In Toscana opera Orienta SPA, azienda interinale attiva da oltre 25 anni, con più di 50 filiali in tutta Italia, con un capitale di oltre 150 milioni di euro e con gruppi societari anche in Polonia, a lei si rivolgono le aziende ospedaliere e le ASL toscane per reclutare personale sanitario a somministrazione.
Ma facciamo due conti, presso l’Aoup nel 2019 sono stati spesi € 1.364.497,48 per lavoro a somministrazione di una quantità di personale sanitario (infermieri, tecnici di laboratorio, oss ) equivalenti a 42,25 operatori sanitari per 1 anno, con lo stesso costo aziendale si poteva assumere, con contratto a tempo indeterminato ed a salario contrattuale, 52,4 operatori categoria D per 1 anno, nel 2020 in emergenza Covid 19, i volumi sono lievitati, e la spesa al settembre 2020 per l’appalto di personale, è stato di € 3.171.487,33 per lavoro a somministrazione, equivalente ad un numero di 63,5 operatori sanitari per 1 anno, con lo stesso costo aziendale si poteva assumere 121,80 operatori categoria D per 1 anno a tempo indeterminato ed a salario contrattuale.
Il conteggio è riferito a salario contrattuale di infermieri di categoria D, ma anche se si calcolassero salari di altre categorie, il divario tra costo per appalto di personale a somministrazione e costo per assunzione di personale a tempo indeterminato, sarebbe comunque evidente, addirittura anche se i costi si equivalessero, assumere personale a tempo pieno ha dei vantaggi qualitativi che nel settore sanitario si esprimono in una migliore acquisizione di professionalità degli addetti, in una continuità del lavoro, ed in un azzeramento del precariato.
Tommaso Como
Cobas Sanità Pubblico Impiego
11 gennaio 2021
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