Fondi sanitari e compatibilità deontologica
di Tiziano Caprara
02 DIC -
Gentile Direttore
ho letto il
parere della Commissione di Deontologia e Bioetica dell’Ordine dei Medici Chirurghi e e degli Odontoiatri di Udine che ritengo rappresenti un'utile e importante informativa riguardo il comportamento da tenere sia per i medici che hanno accordi con i fondi, sia per quelli che si trovano in una situazione di incertezza se accettarli o rifiutarli.
Il problema della “imposizione“ operata dai fondi, come esplicitata nella domanda posta alla Commissione dal presidente dell’Ordine di Udine Maurizio Rocco, è senz’altro reale. In una ricerca della Quaeris del 2016 si notava come il 28,6% dei dentisti convenzionati riportasse una “interferenza con la componente clinica del lavoro”.
Questo è un aspetto molto importante perché si prefigura una lesione del principio di libertà e indipendenza professionale.
L’autonomia del medico convenzionato viene ridotta sia in maniera diretta, quando si vede rifiutare le proposte terapeutiche senza che il paziente sia stato visitato da un altro collega per un secondo parere, sia in maniera indiretta quando deve attenersi alle sole prestazioni convenzionate.
In questo caso si prefigurano violazioni non solo del codice deontologico, ma anche problematiche penali considerando che fare diagnosi o prescrivere trattamenti senza una visita o un parere di un medico prefigura l’esercizio abusivo della professione, come segnalato dagli Ordini di Milano e Cuneo, citati nella risposta della commissione etica.
Ritengo sia utile un'attività informativa per far capire ai colleghi convenzionati quali sono i comportamenti da tenere quando si vedono rifiutare un trattamento senza il secondo parere di un collega o quando si vedono costretti a offrire solo certi trattamenti, perché inclusi nella convenzione.
Esiste infatti l’art. 2 del CD che obbliga il medico a segnalare all’Ordine ogni iniziativa tendente a imporgli comportamenti in contrasto con il codice. Penso che se tutti seguissimo tale articolo anche l’aspetto commerciale di tali iniziative cambierebbe.
Il documento della Commissione di Deontologia e Bioetica di Udine, già definito dal Presidente dell’Ordine “condivisibile nella correttezza dell’impostazione e nell’equilibrio dell’esposizione” può essere un primo passo verso questa corretta informazione.
Tiziano Caprara
Odontoiatra, Udine
02 dicembre 2020
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