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Covid. Assistenza negata ai pazienti Hiv-Aids. Si ripristini subito il diritto alla cura

di Margherita Errico

23 OTT - Gentile Direttore,
NPS Italia onlus in qualità di associazione di persone attiviste con Hiv e Aids si trova nella necessità di denunciare quanto sta accadendo alle persone con Hiv e Aids a causa dell’emergenza Covid-19. Sono di queste ore i fatti per cui pazienti in Aids conclamato con patologie definenti in atto si vedono negata l’assistenza ultraspecialistica che solo il management infettivologico può offrire loro a causa di trasferimenti forzati in altri ospedali e/o reparti non specialistici in base alle ordinanze regionali, alle note di unità di crisi regionali per l’emergenza epidemiologica da covid-19.
 
Di fatto si sta verificando l’abolizione dei posti letto dedicati alle persone con Hiv a suon di ordinanze che non tengono conto della legge n.135/90 la quale nei piani di interventi contro l’Aids all’art.1 e art.2 ha legiferato sulla costruzione e ristrutturazione dei reparti di malattia infettive appositamente dedicati e che quindi per legge devono essere tutt’oggi garantiti a quanti ne hanno diritto.
 
Siamo consapevoli dell’emergenza in atto ma questo non significa che possiamo assistere silenti alla totale abolizione dei posti letto in malattie infettive per le persone con Hiv e Aids, come per esempio sta accadendo di fatto in regione Campania, nello specifico con la nota dell’Unità di Crisi per l’emergenza epidemiologica da CoVid -19 n. 2763 del 18/10/2020 che a cascata sta provocando disposizioni da parte delle direzioni sanitarie in tal senso.
 
Per parlare di numeri concreti che corrispondo alle persone che si stanno vedendo a rischio nel diritto all’assistenza infettivologica nella sola regione Campania, secondo il bollettino COA 2019 ( Centro Operativo Aids) i casi di Aids sono 72 solo nell’ultimo biennio 2017-2018 e le persone con diagnosi di Hiv in totale sono 1.859.
 
Attualmente sono stati trasferiti 3 pazienti in Aids conclamato recentemente diagnosticati con patologie opportunistiche in reparti non specifici e 1 persona nelle stesse gravi condizioni che non trova posto in nessun reparto di malattie infettive sul territorio napoletano.
 
Abbiamo già assistito nella prima fase dell’emergenza all’abolizione dello screening per Hiv e al rinvio dei controlli periodici per molti pazienti con Hiv il che ha significato numerose diagnosi tardive e numerose complicazioni in pazienti che hanno sviluppato patologie opportunistiche da Hiv. Molti di questi da marzo/aprile scorso sono stati rinviati a quest’autunno e ora con questo blocco si continueranno a rinviare gli accessi ai reparti di malattie infettive sia per lo screening che per la normale routine di chi è già Hiv positivo. Per esempio, noi di NPS siamo a conoscenza nella sola città di Napoli dal 1 marzo ad oggi di circa 70 nuove diagnosi di Hiv e di 10 persone con diagnosi tardive, ovvero in Aids conclamato. Oltre al diritto alla salute sono quindi a rischio il diritto alla cura nonché, in senso più ampio, il diritto stesso alla vita.
 
Chiediamo quindi che il servizio torni immediatamente disponibile secondo quanto già sancisce la legge 135/90 per le persone con Hiv e Aids garantendo almeno i posti letto per quei pazienti in Aids conclamato con patologie in atto che sono di per sé soggetti immunodepressi e che la routine clinico-diagnostica delle persone con Hiv non venga ulteriormente danneggiata.
 
Ciò ovviamente non significa che il servizio emergenziale CoVid non debba essere garantito, ma piuttosto ci si chiede come è possibile che le due realtà epidemiologiche avendo la stessa matrice infettivologica non possano coesistere senza danneggiarsi a vicenda?
 
Margherita Errico
Presidente Nps Italia onlus

23 ottobre 2020
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