Ambulatori specialistici da riaprire in Campania? Noi sempre aperti
di Bruno Accarino, Gennaro Lamberti
22 GIU -
Gentile Direttore,
nei giorni scorsi è apparsa, in bella evidenza,
la lettera-appello lanciata dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell'Advisory Board di Senior Italia, per la riapertura degli ambulatori specialistici: “È ora che in Campania l'attività specialistica sul territorio riparta e riprenda la normale attività di presa in carico di pazienti cronici e quella diagnostica, anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio”, il senso della richiesta avanzata dal Board dell'Associazione che ha messo a confronto società scientifiche e organizzazioni sindacali di medici con la Regione Campania, in una tavola rotonda virtuale con il Responsabile politica del farmaco e dispositivi Ugo Trama.
Tutto giusto, tutto sacrosanto e condivisibile. Giova, tuttavia, a qualcosa rivelare e ricordare che le centinaia di laboratori di analisi cliniche, dei centri poliambulatoriali e dei centri di radiologia privati accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale, aderenti alle associazioni di categoria Federlab Italia e SNR (Sindacato Nazionale Radiologi), non hanno mai chiuso i battenti, nemmeno durante il periodo del lockdown garantendo il mantenimento dei LEA su tutto il territorio regionale campano?
Giova a qualcosa ricordare l'appello da noi rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei giorni bui in cui veniva dichiarata la "serrata nazionale", quando ci dicevamo disponibili a supportare le Regioni nella gestione della fase emergenziale mettendo a disposizione le nostre strutture e profondendo il massimo sforzo organizzativo e professionale per erogare quelle prestazioni ambulatoriali che gli ospedali avevano, giocoforza, dovuto sospendere per disposizione regionale per potersi dedicare, anima e corpo, alla lotta contro il coronavirus?
A questo punto ci sorge un dubbio: dal momento che non abbiamo mai chiuso, non è che dietro la richiesta del Board si nasconde il timore di dover affrontare il solito dilemma della "coperta troppo corta"?
Fuori dai denti: il problema consiste, per caso, nella solita, cronica e ormai arcinota scarsità dei fondi sanitari necessari a coprire l'intero fabbisogno annuale di prestazioni a causa di una norma (spending review) di montiana memoria, che penalizza la nostra Regione da 8 anni a favore di altre Regioni del Nord Italia?
Diciamocela tutta, soprattutto in una fase come quella che stiamo vivendo ora, alle prese con il post lockdown: fare affidamento sui 37 miliardi di euro del Mes (sanitario) che l'Italia, tra pochi alti e molti bassi, sta valutando se chiedere o meno all'Europa, sarebbe certamente cosa buona e giusta, perché con quei soldi si potrebbe anche colmare - tra le moltissime altre necessità - lo storico e più volte contestato sottodimensionamento del budget destinato alla specialistica ambulatoriale accreditata della nostra Regione.
Ormai non fa più notizia il fatto che il fabbisogno per questa voce del bilancio regionale, sia da almeno 10 anni inferiore di circa il 30 per cento rispetto a quanto sarebbe realmente necessario.
Così come non fa più notizia il fatto che le strutture private accreditate (che in Campania svolgono l'80 per cento delle prestazioni ambulatoriali richieste dai cittadini) siano costrette a chiudere anticipatamente i battenti per gli assistiti del Servizio Sanitario Regionale dopo 5/6 mesi al massimo di attività, per il raggiungimento dei fatidici tetti di spesa.
E pure parliamo di strutture che rappresentano una risorsa capillare per il territorio, senza la quale il Sistema Sanitario Regionale letteralmente imploderebbe. Questo è vero in Campania, ma anche in Calabria, Puglia ed in Sicilia dove, come da noi in misura maggiore, tale budget è largamente insufficiente.
Infine ci lasci sottolineare non senza rammarico il mancato coinvolgimento al tavolo promosso dall'Advisory Board di Senior Italia, dell'altra faccia della medesima medaglia del SSN che, fino a prova contraria, è il sistema accreditato privato.
Dott. Bruno Accarino
Responsabile Nazionale Settore Liberi Professionisti S.N.R.
Dott. Gennaro Lamberti
Presidente FederLab Italia
22 giugno 2020
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