Calabria in ritardo con le assunzioni “Covid”
di Domenico Minniti
27 APR -
Gentile Direttore,
era il diciassette marzo quando sulla Gazzetta Ufficiale veniva pubblicato il Decreto Legge 18, con un'interessante ouverture. L’articolo 1, infatti disponeva un incremento dei fondi contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica, sanitaria e del comparto, destinato alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica da COVID-19. Incremento che per la Calabria è stato quantificato in 8 milioni di euro circa.
Inoltre, sempre per la sola Calabria, per l’assunzione del personale necessario alla implementazione di nuovi posti di terapia intensiva (+50%) e di pneumologia e malattie infettive (+100%), come indicato dalla circolare GAB 2627 del Ministero della salute del primo marzo, venivano stanziati altri tre milioni di euro. Il tutto in deroga ai vincoli economico finanziari imposti dalle norme attualmente vigenti.
Un impegno, quello del Governo, tutt’altro che indifferente. Impegno rimasto però tutt’oggi al palo. E si che l’Intersindacale regionale della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria della regione Calabria, che raggruppa la quasi totalità delle sigle (AAROI-EMAC, ANAAO-ASSOMED, ANPO, CGIL medici, CISL medici, FASSID, FVM e UIL medici), già venti giorni or sono aveva chiesto alla Presidenza, alla Struttura Commissariale ed al Dipartimento Tutela della Salute di promuovere il ristoro del grave disagio psico-fisico patito dagli operatori sanitari, esposti in prima linea nella lotta contro il virus.
E’ inutile, infatti la definizione di eroi che viene loro assegnata e dalla quale peraltro la maggior parte di essi rifugge essendo ben consapevole di aver solo assolto al proprio dovere professionale. E’, invece, la gratifica governativa il riconoscimento che in qualche modo può alleggerire le pesanti condizioni che hanno dovuto affrontare negli ultimi due mesi. E se, a ragione o a torto, il New York Times ha giorni fa riconosciuto una qualche efficacia al cosiddetto modello Calabria nell’affrontare l’emergenza da Covid-19, gran parte lo si dovrà ai nostri operatori sanitari, costretti spesso a negoziare col virus a mani nude, a confrontarsi in difficili teatri di guerra con le unghie e con i denti.
Niente eroi, dunque. Ma neanche santi da gabbare. Soprattutto perché la festa non è ancora passata, ma proprio per niente. La fase due è, infatti, in arrivo, e con essa anche i potenziali agguati del temibile nemico. Ed il nostro esercito deve continuare ad essere adeguatamente motivato. Motivato ed alleggerito. Così ci auguriamo che le aziende riescano anche ad assumere immediatamente le figure professionali necessarie per questa emergenza. E, lo riconosco, sono di parte e forse anche un po' monotono se ripeto ancora una volta che, in particolare, servono i Medici Anestesisti Rianimatori. Della loro importanza e soprattutto del loro insufficiente numero in Calabria ne parliamo ormai da anni.
Oggi però, credo che tutti ne abbiano ben compreso funzione e ruolo. Medici Anestesisti Rianimatori ma, naturalmente non solo loro. Le carenze di personale sono tante. Il blocco del turn over ha inciso pesantemente soprattutto alle nostre latitudini. In ogni caso la cifra è disponibile: vogliamo aspettare termini l’emergenza per farla sfumare? Ed ancora, per finire, gli oltre 12 milioni e mezzo di euro stanziati, sempre dal Governo, per l’incremento di specifici posti letto mi auguro vengano investiti per rendere strutturale e stabile l’aumento dei posti letto di terapia intensiva che in Calabria, vorrei ricordarlo, era di un terzo inferiore rispetto alla media nazionale. Non sarebbe il caso di trasformare questa emergenza, che tutto sommato ci ha solo sfiorato, in un’opportunità che ci consenta di difenderci con minor angoscia in caso di altri attacchi?
Dr. Domenico Minniti
Presidente AAROI EMAC sezione Calabria
Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani-Emergenza ed Area Critica
27 aprile 2020
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