Un’ampia copertura vaccinale antinfuenzale avrebbe aiutato i clinici a cogliere meglio la comparsa del Coronavirus
di Gabriele Romani
28 MAR -
Gentile Direttore,
da quando è scoppiata l’epidemia che sta colpendo il nostro paese, mi sto chiedendo se e cosa avremmo potuto fare meglio. Cerco di spiegare, nel poco tempo a disposizione che ho, il mio pensiero. Il tasso di vaccinazione antinfluenzale nel nostro paese è tra i più bassi in Europa.
Leggendo i dati sulla copertura vaccinale possiamo vedere che riceve una vaccinazione: meno del 2% delle donne in gravidanza, circa il 50% degli adulti over 65 e solo il 15% dei professionisti sanitari.
Alla luce dei dati appena descritti, mi chiedo da medico specialista in Igiene, se un tasso vaccinale come quello previsto di almeno il 75%, nella prima fase di diffusione del COVID-19, avrebbe aiutato i clinici a sospettare tale patologia escludendo una sindrome influenzale.
Quando torneremo alla normalità, uno spunto di riflessione dovremo farcelo tutti noi su questo aspetto di prevenzione in cui ancora potremo migliorare.
Intanto faccio un caro saluto a tutti i colleghi, agli infermieri e a tutti gli altri professionisti sanitari che stanno dando il loro contributo nella lotta quotidiana al coronavirus.
Gabriele Romani
Medico Specialista in Igiene e Sanità Pubblica
Responsabile Presidio Ospedaliero Pavullo
Ausl Modena
28 marzo 2020
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