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L’8 marzo non può essere ancora un giorno come tutti gli altri!

di Lorenza Cervellin

09 MAR - Gentile Direttore,
ritengo utile e necessario intervenire su quanto su quanto dichiarato da Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici nel post: 8 marzo. Un giorno come tutti gli altriNon è questione di irriverenza e non deve essere un desiderio. La conclusione del processo compiuto di emancipazione e di liberazione sostanziali della donna è una questione di Democrazia, di Giustizia sociale e di Diritti umani. Se questo fatto storico ineludibile per lo sviluppo umano non giunge a termine l' 8 marzo è e sarà sempre di più necessario e indispensabile.
 
Sono ancora e sempre più attuali questioni di genere -sfavorevoli alle donne, anche alle donne medico- che non hanno trovato soluzione e questo accade maggiormente nei luoghi di lavoro:
- divari di genere: salariali e pensionistici basati su discriminazioni; 
- varie forme di conciliazioni ingannevoli; 
- una monopolizzazione del potere saldamente in mano maschile che, tra pressioni e molestie, riduce la leadership femminile; 

- scarsi investimenti per consolidare il principio giuridico e la cultura delle Pari opportunità; 
- una contrattazione di genere che non si afferma. 
 
Oggi vediamo il valore di tutti i lavoratori e le lavoratrici della sanità ma fino a ieri era prevalente il dibattito intorno alla legge contro la violenza sugli operatori e operatrici sanitarie, più frequente contro le donne.
 
Proprio in questo momento siamo chiamati tutti e tutte a vigilare affinché condizioni di emergenza non intacchino i diritti di tutti. Per le donne si tratta di difendere e portare a termine i processi sostanziali di emancipazione e liberazione. Che non accada, ancora una volta nella Storia, di trovarsi immersi in una emancipazione mancata!

Per gli anziani e le anziane, finita l' emergenza, si tratta di re-iniziare a lottare contro i danni attuali portati loro da un dibattito pubblico, comune a stampa e politica, ambivalente con tendenza a relegarli in solitudine o categorizzarli come le vittime “predestinate” del coronavirus: un teorema cinico e materialistico sviluppato per fini consolatori, propagandistici e utilitaristici ma molto pericoloso!
 
Per tutto questo l' 8 marzo non può essere ancora un giorno come tutti gli altri! 
 
Lorenza Cervellin
Esperta di Politiche di Pari opportunità e cittadinanza di genere

09 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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