Le contraddizioni del centro destra sulla sanità
di Pierpaolo Brovedani
20 MAR -
Gentile Direttore,
ho letto con interesse la lettera della
senatrice Laura Stabile, stimata collega, triestina come me e già combattiva segretaria dell’Anaao Fvg. Non posso però non cogliere un elemento di contraddizione tra i contenuti, quasi tutti condivisibili, e la linea politica del partito con cui è stata eletta. Sono convinto infatti che il mantenimento di un servizio sanitario pubblico non sia compatibile con gli obiettivi dei partiti di centro-destra, almeno per quattro motivi.
Primo. Il finanziamento annuale della sanità pubblica è di circa 114 miliardi di euro, in realtà ancora insufficiente per finanziare ospedali e servizi territoriali. Disgraziatamente la
flat tax, proposta dalla destra di governo e di opposizione (e forse ancor più da FI), farà mancare decine di miliardi di euro nelle casse dello stato, provocando un ulteriore impoverimento del servizio sanitario.
Secondo. La risposta che allora il centro-destra offre è la privatizzazione della sanità, sul modello di altre regioni (la collega senatrice cita la Lombardia). Non a caso l’assessore alla sanità del Friuli Venezia Giulia, Riccardi, ha dichiarato di voler “valorizzare la componente privata” che nel FVG è ancora modesta e sarebbe opportuno che restasse confinata al di sotto del 5 per cento.
Terzo. Una crescente fetta di mercato viene ora occupata dalle assicurazioni sanitarie private, con offerte sempre più allettanti e competitive. A tutt’oggi il loro costo annuale supera i 5 miliardi, ma le grandi compagnie stimano un potenziale mercato di 15-16 milioni di clienti, con profitti di svariate decine di miliardi. Queste risorse finanziarie verranno ulteriormente sottratte al finanziamento della sanità pubblica.
Quarto. La proposta di un ulteriore autonomismo delle regioni aumenterà ulteriormente il divario da zone povere e ricche. L’omogeneità delle cure e il diritto alla salute verrà così minato alla base, oserei dire anche in un’ottica sovranista. Aumenteranno le migrazioni sud-nord (già esistono), i costi per i cittadini, la spesa sanitaria pro capite. Di più: saranno indebolite le politiche di prevenzione primaria e secondaria, il LEA saranno ulteriormente ridimensionati (già ora non ci sono i soldi come dichiarato dalla ministra Grillo), si assisterà ad una disparità drammatica nel raggiungimento degli obiettivi di salute.
Concludendo. La
flat tax, la privatizzazione di prestazioni e servizi, il proliferare delle assicurazioni private, l’autonomismo sanitario rischiano di provocare un danno irreparabile al finanziamento del servizio sanitario regionale e nazionale.
Inoltre il proliferare delle assicurazioni sanitarie ostacolano proprio il processo di appropriatezza a cui, giustamente, la senatrice fa riferimento. O la governance del caso clinico è saldamente nelle mani di un aggiornato e competente medico di medicina pubblica oppure le tentazioni offerte dai pacchetti assicurativi aumenteranno inevitabilmente lo shopping di prestazioni sanitarie inappropriate. Altro che choosing wisely.
dott. Pierpaolo Brovedani
Pediatra ospedaliero
CGIL medici e dirigenti sanitari Trieste
20 marzo 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore