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Massofisioterapisti. Governo emani subito decreti attuativi per il via agli elenchi speciali

di Cosma Francesco Paracchini

12 MAR - Gentile Direttore,
è sintetizzabile nel seguente modo la situazione ultraventennale dei massofisioterapisti vittima di proroga di corsi mai riordinati: ai sensi del D.Lgs 502/1992 e DM 10.07.1998 vennero prorogati i corsi per massofisioterapista non vedente (e vedenti, Sentenza TAR Umbria n.340 del 2001) in attesa del riordino previsto dalla legge n.112 del 1998 come da prevedeva l’art.1 comma 2 del DM 10.07.1998.
 
Purtroppo i corsi di massofisioterapista prorogati, non vennero mai riordinati ai sensi della legge appena citata a causa della mancanza dei decreti attuativi che avrebbero dovuto disciplinare il riordino della professione di massofisioterapista.
 
Con l’entrata in vigore della legge n.42 del 1999 e del DM 27.07.2000 è stata riordinata la professione del massofisioterapista i cui corsi erano stati chiusi il 31.12.1995. Lasciando sul binario morto della burocrazia italiana migliaia di massofisioterapisti i cui corsi, vennero prorogati ai sensi del D.Lgs 502/92 e DM 10.07.1998.
 
Tra i provvedimenti che hanno impedito il riordino ai sensi della legge n.112 del 1998 ci fu anche la modifica del Titolo V apportato dalla legge Costituzionale n.3 del 2001 che privò il Ministero della Salute della possibilità di disciplinare le professioni sanitarie.
 
Sostanzialmente i massofisioterapisti vittima di proroga dei corsi non si sono mai visti riconoscere i diritti derivanti dalla legge n.42 del 1999, poiché lasciati in attesa di un riordino che le Istituzioni, nonostante la previsione della legge n. 112 del 1998, non operarono mai e perciò disatteso. Altro che massofisioterapisti post 99 come ad oggi viene propagandato da persone ignoranti e prive di senso civico!
 
Qui ci sono responsabilità Istituzionali che si vorrebbero insabbiare!!! Il CEM ha il dovere di portarle alla luce del sole. Questa è stata la prima inerzia delle Istituzioni che i massofisioterapisti hanno pagato a caro prezzo e per oltre un ventennio: con perdite di posti di lavoro, discriminazione gratuita della professione e pregiudizi in merito all’onorabilità professionale. Per non parlare di una insignificante ed inconsistente rappresentanza di categoria.
 
La seconda inerzia si sta consumando sotto i nostri occhi in questi giorni. Stesso cliché del 1998 (la storia si ripete per chi non la conosce, evidentemente!). Infatti la legge di bilancio n.145 del 2018 all’art.1 comma 538, che dovrebbe porre un rimedio alla situazione causata per quattro lustri dalle Istituzioni, prevede: “Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro della Salute sono istituiti gli elenchi speciali di cui al comma 4-bis dell’articolo 4 della legge 26 febbraio 1999, n. 42, introdotto dal comma 537 del presente articolo”.
 
Bene, i sessanta giorni previsti dalla legge sono abbondantemente trascorsi e dei decreti attuativi non vi è nessuna traccia! Nemmeno una bozza ci è pervenuta dal Ministero della Salute, nonostante lo scorso 1.2.2019 il CEM abbia partecipato ad un tavolo tecnico. Al contrario degli educatori professionali, i quali una bozza l’hanno avuta.
 
Mi appello pubblicamente al Governo, che ha voluto fortemente questa legge per mettere in sicurezza 20.000 professionisti sanitari, facendo pressione sul Ministero esortandolo all’emanazione dei decreti previsti dalla legge. Mi rivolgo alle Organizzazioni Sindacali CGIL-CISL-UIL (si veda il loro intervento dello scorso 27 dicembre 2018 proprio su questa testata) poiché sollecitino l’approvazione dei decreti a tutela di migliaia di lavoratori.
 
In caso contrario, lo scenario provocato da una mancanza dei provvedimenti attuativi farebbe venir meno la certezza del diritto e la possibilità di godere di quei diritti. Alle Istituzioni della Repubblica voglio sottolineare come i cittadini, anche in questa occasione, siano sempre obbligati al rispetto delle norme e delle Istituzioni.  Con grande rammarico non posso dire lo stesso per le Istituzioni nei confronti delle norme e dei cittadini. E i fatti in questione, che riguardano i massofisioterapisti, ne sono la prova.
 
Al Governo voglio ricordare che non basta dire: “Abbiamo approvato la legge!” L’assenza dei decreti attuativi rende di fatto il provvedimento privo di senso. Senza considerare che la legge di bilancio n.145 del 2018 predispone un altro termine: l’iscrizione agli elenchi speciali entro il 31.12.2019.
 
Altro diritto che verrebbe meno, con il rischio di vedere per strada 20.000 persone e relative famiglie, se entro la fine dell’anno corrente non fossero disciplinati gli elenchi speciali. Un altro rischio che va sottolineato è il seguente: se una legge rimane inapplicata per un tempo indeterminato, per renderla nuovamente effettiva potrebbe essere necessario reintrodurre, ad integrazione, una nuova norma con tutte le conseguenze del caso.
 
Non penso che al Governo del cambiamento convenga il protrarsi di questa condizione che è già di per sé inaccettabile e ad oggi, lo pone sullo stesso piano dei governi che lo hanno preceduto! Si facciano i fatti non solo gli spot!
 
Cosma Francesco Paracchini
Presidente del CEM

12 marzo 2019
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