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Scongiurata la fine del Polo Unico della medicina fiscale

di Claudio Palombi (Anmefi)

24 DIC - Gentile Direttore,
gli iscritti  dell’Associazione Nazionale Medici Fiscali (ANMEFI) esprimono soddisfazione e sollievo per la scelta del Governo di non inserire nella versione finale del maxiemendamento alla legge di Bilancio quanto previsto dall’emendamento 1.1481  che avrebbe decretato la fine della medicina fiscale e del Polo Unico  con le relative leggi e finanziamenti.
 
Abbiamo vissuto giorni di grande ansia e seria preoccupazione, per quel disastroso provvedimento, che sembrava artatamente studiato, oltre per destrutturare il Polo Unico della Medicina Fiscale, per decretare la fine lavorativa di circa 1000 addetti alle visite domiciliari. Senza contare che, se approvato, avrebbe spazzato via anni di rivendicazioni, leggi e decreti ottenuti con gran fatica in 30 anni.
 
La decadenza dall’incarico sarebbe stata sancita da selezioni concorsuali che avrebbero ridotto a poche centinaia i prevedibili vincitori. Ma il provvedimento avrebbe causato anche forti cambiamenti sul numero di controlli, inevitabilmente ridotti al lumicino, nonostante la positività per l’Erario dell’efficiente servizio della medicina fiscale.
 
I fondi ad essa destinati avrebbero dunque preso altre strade, nel mancato rispetto di quella Riforma che, per nascere, ha impiegato circa cinque anni, divenendo parzialmente operativa dal settembre 2017.
 
La soddisfazione per lo scampato pericolo – continua l’ANMEFI – porta a riflettere sull’assordante silenzio di queste ore da parte di quanti si ergevano a paladini della materia e che già si stracciavano le vesti per la tragedia che si stava consumando con l’inserimento dell’ormai famigerato  "killer" 1.1481.
 
Tutte le modifiche successive dello stesso, che si sono rincorse fino alla vigilia dei lavori parlamentari, apparivano come “pizzichi di zucchero su un veleno letale”.
ANMEFI era stata tuttavia convocata con urgenza  giorni prima dalla Presidenza della Commissione Lavoro del Senato, per  fornire informazioni del grave pericolo e  ricevere le aspettative della categoria, ottenendo  ascolto e comprensione sulle complicate ripercussioni di questi atti,  a cui è stato prontamente e fattivamente posto rimedio e per la cui tempestività e interessamento la nostra associazione sindacale  ringrazia a nome di tutti i medici fiscali.
 
In questa vicenda la mancanza di ascolto dei medici fiscali e del loro ruolo fondamentale sul controllo dell’assenteismo e l'essere continuamente  confusi con altri sanitari, che per ovvi motivi non potevano essere messi alla stregua di una categoria con decenni di lotte  e legittime richieste, poteva dirsi fisiologica dato l’avvicendamento dell’Esecutivo, come già era stato con quello precedente. Per tali evidenze ANMEFI si è impegnata lungamente in una corretta informazione, sempre e ogni volta fosse necessario, così come resta ancora disponibile.
 
ANMEFI, che si ritiene protagonista dell’azione di tutela e salvaguardia della categoria, rivolge quindi un vivo appello a tutti i colleghi medici fiscali per prendere coscienza del reale pericolo scampato, invitandoli ad un atto di responsabilità e di riflessione, visto il futuro difficile che ancora attende la categoria.
 
Non è più tempo di delegare o restare in attesa. Occorre invece operare scelte di campo nette, per salvare il nostro lavoro, mai come ora minacciato. Il nostro appello anche al Governo e ai Parlamentari, affinché potenzino fattivamente le Leggi già in essere del Polo Unico, con una convenzione aderente alle legittime richieste dei professionisti individuati dal legislatore. Non è più sopportabile, per quanto vigili, cercare di neutralizzare, per tutta la Legislatura riproposizioni, più o meno mascherate, conformi a quanto finora osteggiato. 
 
Claudio Palombi
Presidente Associazione Nazionale Medici Fiscali (ANMEFI)

24 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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