Come valutare la formazione dei medici specializzandi?
di Walter Mazzucco
22 DIC -
Gentile Direttore,
ho avuto modo di leggere
le dichiarazioni del giovane medico e Parlamentare, On. Manuel Tuzi, circa l’avvio della rilevazione sull’opinione dei medici specializzandi in tema di qualità formativa delle scuole di specializzazione di medicina, che sembrano ricondurre all’attuale Governo il merito di tale iniziativa.
Nel corso dell’ultimo anno, ho contribuito ai lavori della commissione dell’Osservatorio Nazionale della formazione medica specialistica che, assieme alla competente Direzione Generale del MIUR, ha provveduto alla implementazione del questionario anonimo che è in corso di somministrazione a tutti i medici specializzandi italiani, in ossequio a quanto previsto dal sistema di accreditamento delle scuole di specializzazione di medicina.
Indubbiamente, tale iniziativa ha fatto registrare un ulteriore passo in avanti in termini di “trasparenza e cooperazione” in seno al sistema formativo integrato Università - Servizio Sanitario Nazionale, nel solco di un percorso di riforme che ha avuto avvio con l’adozione del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione in medicina. In tal contesto sarebbe auspicabile ricondurre anche l’accesso ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, istituendo un sistema di selezione unificato, che avrebbe il merito di eliminare l’ormai cronico fenomeno degli abbandoni dei corsi da parte degli specializzandi e dei corsisti di medicina generale, ottimizzando quindi le risorse destinate al capitolo della formazione medica post-lauream, nonchè di far riacquisire una visione di insieme sul sistema formativo a fronte della frammentazione introdotta dalla devolution delle competenze in tema di sanità.
Auspico, altresì, che l’annunciato “percorso di revisione della formazione medica post-lauream” possa avere quale stella polare la qualità della formazione di tutti i profili medici, preservando e potenziando, quindi, l’attuale sistema di accreditamento alla qualità delle scuole di specializzazione, che andrebbe parimenti esteso ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, nonché ad ogni altro corso regionale finalizzato a formare i profili medici operanti nel nostro SSN. In questa direzione, eguale impegno andrebbe profuso per effettuare una adeguata programmazione del fabbisogno di medici da formare, bensì utilizzando strumenti di previsione degli scenari di salute e tenendo in debito conto l’impatto della digitalizzazione della sanità e del task-shifting. Programmazione e pianificazione, come è noto, sono sinonimi di qualità.
A tal proposito, sarebbe di estremo interesse rendere noti gli esiti della meritoria rilevazione, condotta la scorsa estate dal Ministero della Salute, circa la dotazione dei medici in attività nei singoli servizi sanitari regionali: dai dati dovrebbero prendere le mossa le soluzioni di sistema che il Governo e le Regioni intenderanno adottare per garantire un’adeguata programmazione dei fabbisogni che, per definizione, è funzione dei modelli organizzativi che si vogliono dispiegare sul campo per soddisfare il bisogno di salute espresso dalla popolazione.
Parimenti, sarebbe opportuno rendere pubblici i risultati dell’accreditamento delle scuole di specializzazione e le statistiche sulle selezioni nazionali per l’accesso alle scuole di specializzazione, in modo da avviare una sana e meritocratica competizione in seno al sistema formativo.
Tutto ciò, tuttavia, sarà possibile soltanto laddove il Governo ed il Legislatore interverranno per sostenere in concreto il sistema di accreditamento alla qualità, istituendo una tecnostruttura dedicata a supporto delle attività dell’Osservatorio Nazionale e modificando l’attuale assetto degli Osservatori Regionali (uniche entità in grado di garantire una capillare attività di monitoraggio sul campo). Questi ultimi, infatti, non potranno espletare al meglio la propria funzione sin quando non saranno conferiti loro terzietà ed autonomia rispetto al contesto territoriali.
La mancanza di siffatti interventi rappresenta una delle ragioni che hanno indotto il sottoscritto a rassegnare le proprie dimissioni da questo Osservatorio Nazionale. Il precedente Governo ha avuto il merito di avviare tale percorso di riforme, ma al contempo ha mancato di garantire ad esse il sostegno necessario a garantirne sostenibilità ed efficienza. Questo Governo, che per voce di un giovane Parlamentare della maggioranza, soltanto oggi, riconosce all’Osservatorio Nazionale il merito di aver adottato uno strumento utile al miglioramento della qualità della formazione dei nostri futuri specialisti, ha davanti a sé due opzioni: vanificare quanto di buono è stato fatto, nonostante innumerevoli difficoltà e limitazioni, oppure valorizzarne gli aspetti qualificanti e porre rimedio agli errori commessi in passato, investendo senza se e senza ma nella qualità della formazione dei giovani medici, qualunque sia il disegno di riforma del sistema formativo che si intenda proporre in futuro.
Walter Mazzucco
Già componente esperto dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica
22 dicembre 2018
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