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Se un corso sulle revisioni sistematiche e meta-analisi pesa quanto un Dottorato di Ricerca

di Leonardo Pellicciari

04 SET - Gentile Direttore,
leggendo i documenti del Processo di Bologna avevo inteso che il Dottorato di Ricerca fosse il titolo accademico corrispondente al massimo grado di istruzione universitaria ottenibile, in Italia come nel resto mondo. Ebbene, in questi giorni sono stato smentito dagli atti di una Commissione Giudicatrice per un posto da assegnista di ricerca.
 
Questi i fatti: era l’Aprile del 2017 quando, pieno di orgoglio ho difeso con ottimi risultati la mia tesi di Dottorato, ottenuta con non pochi sacrifici e corredata da alcune pubblicazioni scientifiche su riviste indicizzate del mio settore. Dal momento della proclamazione a Dottore di Ricerca  ho sempre portato avanti i miei progetti scientifici nel tempo libero, poiché l’attività professionale era dedicata interamente all’ambito clinico-assistenziale.
 
Di qualche mese fa la decisione di provare a cambiare vita, cercando un posto di lavoro che coniugasse l’attività clinica a quella di ricerca e che mi permettesse di spendere professionalmente il mio Dottorato di Ricerca. Quando nel Marzo 2018 sono venuto a conoscenza dell’uscita di un bando  pubblico per un assegno  di ricerca nel mio settore scientifico disciplinare (MED/48) presso il Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università di Roma La Sapienza, ho pensato che potesse essere l’occasione giusta da cogliere al volo.
 
Nell’applicare la domanda confidavo nel fatto che il mio Curriculum Vitae con i miei titoli avrebbe ricevuto il giusto peso nelle decisioni della Commissione Giudicatrice.
I primi dubbi sono sorti però alla lettura del verbale di valutazione dei titoli, pubblicato il 16 maggio u.s. Con totale mia sorpresa apprendo che la Commissione Giudicatrice aveva stabilito che al conseguimento del Dottorato di Ricerca sarebbe stato attribuito lo stesso punteggio (pari a 5 punti) di una frequenza di corsi – non ben definiti – inerenti la stesura di revisioni sistematiche e meta-analisi.
 
Di seguito sono riportati nel dettaglio i criteri per l'attribuzione dei punteggi per la valutazione dei titoli espressi nel verbale:
1. punti per il voto di laurea fino a 5 (con lode, poi a decrescere un punto in meno fino ad un minimo di due punti)
2. punti per le pubblicazioni, fino a 25 (2.5punti massimo per articolo)
3. punti per conseguimento Dottorato di ricerca (5) iscrizione o in corso (3),
4. punti per frequenza corsi revisioni sistematiche e meta-analisi fino a 15 (5 punti per ciascuna tipologia valutata l'attinenza al progetto di ricerca)
5. punti per docenza Corsi di Laurea di 1 e 2 livello e corsi di Master in Coordinamento fino a 10 (2 punto massimo per ogni Corso)
6. Colloquio, fino ad un massimo di punti 40
Per assurdo,  aver frequentato più corsi di non ben definita durata e qualità, avrebbe portato a conseguire un punteggio fino a tre volte superiore a quello di aver conseguito un Dottorato di Ricerca (o, addirittura, anche più Dottorati). Sono rimasto alquanto sorpreso e meravigliato da questa disparità di valutazione tra un titolo accademico  verso generici corsi di aggiornamento, ancorché incentrati su argomenti specifici. Appare evidente come in questa occasione l’Istituzione Universitaria abbia perso l’occasione di valorizzare la qualità della propria offerta formativa a favore di eventi non meglio definiti e lasciati all’insindacabile e libero arbitrio della Commissione.
 
Inoltre, l’aver incluso nella lista di pubblicazioni scientifiche revisioni sistematiche, dimostrando nei fatti la padronanza della metodologia necessaria, vale evidentemente meno dell’aver preso parte in qualità di discente  ad un corso di aggiornamento.  Ancora una volta non viene data la giusta importanza al Dottorato di Ricerca in ambito accademico, rivelando uno scarso riconoscimento al titolo di Dottore di Ricerca da parte dell’Università, anche se lo stesso Stato Italiano lo riconosce come il massimo grado di istruzione universitaria ottenibile.
 
Dopo un breve momento di sconforto e tristezza professionale per quanto accaduto, continuerò comunque la ricerca di un posto – privato o pubblico – che riconosca il merito e conferisca la giusta importanza al percorso di studi che ho intrapreso e terminato con tanti sacrifici, sperando di non incorrere nuovamente in una situazione analoga e un po’ paradossale come questa che ho raccontato.
 
Leonardo Pellicciari
Dottore di Ricerca
Fisioterapista
 

04 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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