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Convenzione Mmg. Un accordo che non soddisfa nessuno

di Giovanni Senese (Smi)

14 APR - Gentile Direttore,
dopo i tanti interventi del Sindacato maggioritario della MMG sia in ambito nazionale che in ambito regionale, relativi all’A.C.N., si ricorda che lo stesso non è stato firmato dagli altri sindacati di categoria a dimostrazione che, non solo non esiste alcuna dicotomia negli altri Sindacati, ma che tale Bozza di A.C.N. non soddisfa proprio nessuno, nemmeno gli stessi Medici di Famiglia, che dovrebbero sobbarcarsi un carico di lavoro eccessivo, sicuramente non assolvibile.
 
E penso all’innalzamento del massimale a 2.000 assistiti, al P.A.I. (Piano Assistenziale Individuale) per le cronicità, agli esami spirometrici ed esami ecografici presso il proprio studio, agli Audit, e chi più ne ha più ne metta, a meno che non sia dia in gestione tali attività parallele e, penso che non sia il caso, considerato il rapporto di fiducia medico-paziente e considerato l’innalzamento del tetto sanitario di spesa che tale modus procedendi comporterebbe.
 
Sembra che, non solo non vi sia alcuna programmazione e studio di fondo per le nuove attività che dovrebbe svolgere il futuro medico di famiglia, ma non vi è certamente nessuna pianificazione e nessuna progettazione territoriale sanitaria in tale prospettato nuovo mansionamento futuro del MMG.
Ma indubbiamente, ciò che si evidenzia di più in tale agognato A.C.N. è il completo stravolgimento della L. Balduzzi e la completa assenza del coinvolgimento del Medico di Continuità Assistenziale in questo misterioso proposito. La figura del Medico di Continuità Assistenziale (CA) viene ad essere completamente ignorata ed esclusa da qualsiasi sviluppo progettuale quando al contrario credo che l’unico soggetto che andrebbe sicuramente rivalutato nella pianificazione territoriale sanitaria sia proprio il medico di CA (anche perché il vero medico del territorio da sempre è stato solo il medico di continuità assistenziale).
 
La vera novità che dovrebbe partorire un “A.C.N. illuminato” dovrebbe essere il cambio prospettico della visione della Medicina Generale per poter guardare al territorio con una sua totale presa in carico, ciò ad opera di tutti gli operatori sanitari che effettuano la Convenzionata e mi riferisco ai medici di AP (assistenza primaria) di CA (continuità assistenziale) e della specialistica convenzionata.
 
Ampliare unicamente l’orario di studio del Medico di Famiglia (MF) non serve a nulla, certamente non serve a ridurre gli accessi impropri al Pronto Soccorso, non serve a ridurre le liste di attesa e non serve a dare la Risposta di Salute che i cittadini si aspettano.
Senza una vera e propria programmazione e pianificazione strutturale delle attività della Medicina Convenzionata tutta sul territorio non si darà alcuna risposta al concreto fabbisogno dei pazienti.
 
La firma per l’A.C.N. nella pre-intesa finora è servita solo a sbloccare gli emolumenti degli arretrati previsti per i Medici di Famiglia (pochi spiccioli per il Medico di Continuità Assistenziale) perché bloccata da 10 anni e non ad altro.
 
Le A.F.T. (Aggregazioni Funzionali Territoriali) da sole senza le U.C.C.P. (Unità di Cure Complesse Primarie) non servono a nessuno, né al cittadino, né agli altri operatori della sanità e mi riferisco ai medici di CA ed agli specialisti di branca che sarebbero completamente esclusi da qualsivoglia processo di sviluppo territoriale.
 
I rappresentanti sindacali hanno la responsabilità ed il dovere di farsi carico del processo evolutivo della Medicina Generale nel suo complesso ed allargare gli orizzonti mentali del loro piccolo orticello per poter essere all’avanguardia con i tempi per le sempre maggiori richieste da parte dell’utenza al fine di poter offrire una risposta in termini di salute ad una sempre più forte e diversificata domanda.
 
Qualsiasi soluzione che prevedrà il solo funzionamento delle AFT, iniziativa a cui tutte le Regioni si stanno prodigando con tanta verve includendo la figura del solo medico di Assistenza Primaria, è destinata a fallire miseramente, i pazienti avranno solo più disponibilità da parte del medico di poter ricevere le loro prescrizioni, non altro.
 
È questa la Sanità Territoriale che vogliamo? È questo il futuro della Medicina Generale? Solo questo si riesce a fare per i cittadini? Allora bisogna lavorare di più e meglio senza divisioni per poter programmare la tanta agognata assistenza territoriale da parte dei pazienti che vogliono risposte concrete!
 
Nessuno ha una ricetta pronta che possa accogliere e soddisfare le esigenze sia dei pazienti e sia della Convenzionata tutta ma certamente gli ingredienti si conoscono bene e sono le AFT di AP interdipendenti con le AFT di CA, la strutturazione delle UCCP con il coinvolgimento della specialistica e dei medici di MMG ed è su questo che bisogna lavorare.
 
Le soluzioni semplicistiche con la strutturazione delle AFT, addirittura con la chiusura delle sedi di Continuità Assistenziale alle ore 24 sono certamente da censurare. Un esempio? Il modello approvato dalla ASL n°9 di Verona che prevede la chiusura degli ambulatori di Continuità Assistenziale (ex guardia medica alle ore 24) costituisce un pericoloso precedente da non imitare e sicuramente da censurare.
 
In Campania una tale politica sanitaria porterebbe alla rivolta dei cittadini, basti pensare che nella sola città metropolitana di Napoli ci sono ca 3.117 milioni di persone residenti (ASL Napoli 1, ASL Napoli 2 nord ed ASL Napoli 3 sud) oltre ai non residenti, turisti ed assistiti temporanei o non regolari con la più alta densità abitativa di Europa, rispetto alla popolazione di 923.664 abitanti residente nella intera provincia di Verona. Non è per nulla immaginabile estendere un modello di questo tipo, già censurabile di per sé, in altre Regioni ed in altre realtà territoriali del Paese, dove gli ambulatori notturni di Continuità Assistenziale si trovano in Presidi A.S.L. noti ai cittadini e costituiscono un vero e proprio filtro per gli accessi impropri al Pronto Soccorso ed un filtro per l'intera Rete del 118 nelle aree ad elevata densità abitativa.
 
A meno che non si sta andando verso una Sanità Privata che vorrà regalare l’assistenza sanitaria notturna dopo le 24 ai privati e la gestione dei cronici a Ditte private che faranno del budget economico la loro unica funzione sociale.
 
Noi dello SMI siamo di parere completamente contrario e non permetteremo un tale decalage del Sistema Sanitario Nazionale.
 
Dr. Giovanni Senese
Responsabile Regionale S.M.I. – Area Settore Convenzionata per la Continuità Assistenziale
 


14 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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