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Non dimentichiamo i diritti degli aspiranti specializzandi

di Marcello Petrini

02 AGO - Gentile Direttore, 
come ogni estate aspettiamo in trepidante attesa la pubblicazione del bando per le Scuole di Specializzazione di Area Medica 2016/2017. Tante le novità che hanno portato al ritardo tra cui, probabilmente, una graduatoria unica, l’accentramento delle prove su poche e grandi sedi, oltre ai nuovi criteri di accreditamento per le sedi delle Scuole.

Rimangono comunque alcune criticità che vogliamo segnalare, visto il contingente di borse disponibile. Si è aggravato l’imbuto formativo (da noi già evidenziato qualche anno fa) che esclude dall’accesso alle Scuole di Specializzazione molti giovani colleghi neo-abilitati. Quest’anno sarà probabilmente un concorso “record”, nel senso negativo del termine, per il rapporto tra ammessi e non ammessi, che potrà avvicinarsi alla (s)proporzione di un ammesso su 3 candidati. Per chi rimane fuori si prospetta un anno di disoccupazione o di sotto-occupazione nell’attesa di un nuovo concorso. Nel frattempo mancano specialisti e medici di medicina generale per fronteggiare il pensionamento di molti colleghi.
Abbiamo inoltre bisogno di regole chiare e stabili: dopo l’introduzione del concorso nazionale per l’accesso alla Facoltà di Medicina, la sua estensione alle Scuole di Specializzazione e le nuove regole concorsuali attese per quest’anno, il quadro è evoluto molto velocemente negli ultimi anni. Definite nuove regole abbiamo bisogno di stabilità per consentire, a chi voglia intraprendere la carriera di medico, di valutare i pro e i contro all’interno di un percorso ben definito. Segnaliamo, tra l’altro, che il giovane medico specialista è forse l’unica figura professionale italiana che deve superare due selezioni nazionali lungo un percorso formativo di dieci-undici anni.

Vogliamo inoltre sottolineare un ultimo aspetto, di natura tecnica ma non per questo meno importante: il futuro bando assegni un tempo congruo, ai futuri specializzandi, per programmare il proprio trasferimento nella sede in cui prenderanno servizio. Non dimentichiamoci che a molti giovani colleghi sono richiesti spostamenti di centinaia di chilometri che non possono essere effettuati, per ovvie ragioni, in pochi giorni.
Stiamo chiedendo molti sacrifici ai giovani medici, non possiamo dimenticarci dei loro diritti.
 
 
Marcello Petrini
Coordinatore Nazionale Giovani Medici CISL


02 agosto 2017
© Riproduzione riservata

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