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Chi ha paura dei Coordinatori Infermieristici?

di Lorella Beccari

04 NOV - Gentile direttore,
vorrei aggiungere anche un mio di parere a questo evento di portata Nazionale che ha visto la partecipazione di circa 1000 Coordinatori Infermieristici che con gran stupore sono rimasti inchiodati alle sedie per tutte le 4 sessioni di lavoro, visto la portata degli argomenti e i soggetti istituzionali  invitati nelle tre giornate di apertura.
 
L’evento ha preso in esame a tutto spessore il Ruolo svolto da questa figura  mettendo in evidenza si i tanti punti di forza, tra cui il “Dono” citato nel precedente articolo del collega Silvano Pagani, senza quel “Dono” mi creda, il sistema non avrebbe retto fin d’ora nel dare risposte soddisfacenti all’utenza. Tra i punti di debolezza,  ciò che ne limita l’autonomia, derivante per lo più dalla mancata volontà politica di riconoscerla in termini di valorizzazione giuridica ed economica.
 
Il paradosso al quale assistiamo ormai da troppo tempo e che non è mancato anche in questa occasione è che a parole tutti ne riconoscono il valore, l’impegno continuo, basti pensare che molti fra i presenti sono stati spesso chiamati sul cellulare personale dalle proprie sedi di lavoro per risolvere problemi organizzativi, macchine/strumenti non funzionanti, turnistiche da coprire  ecc…ecc…
 
Emblematiche sono state le testimonianze di tutti i soggetti istituzionali invitati al Congresso e alla tavola rotonda nell’affermare il ruolo strategico di questa figura per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e assistenziali, ma da oltre 15 anni non si è ancora giunti a riposizionare correttamente questo “Ruolo” negli organigrammi Regionali ed Aziendali per il mancato inserimento dei “Quadri intermedi” nell’organizzazione Sanitaria, come ricordato e previsto dal Codice Civile in materia di organizzazione del lavoro.
 
Non ci possiamo sempre sentir rispondere “perché mancano le risorse” mentre trattasi di scelte!
 
Assistiamo da troppo tempo che le risorse vengono deviate su “Ruoli” più funzionali ai mandati aziendali ma non gestionali e di responsabilità come invece riguardano i Coordinatori.
 
Allora mi sorge una domanda: “Chi ha paura del Coordinatore Infermieristico?
Perché non costruire una valorizzazione di carriera Infermieristica che includa la funzione di Coordinamento?
 
Gli scenari in continuo cambiamento in un futuro sistema sanitario, potrebbero trovare notevoli difficoltà se questo ruolo non venisse debitamente riconosciuto ed istituito a discapito della cittadinanza, soprattutto nell’ottica di uno sviluppo territoriale dell’assistenza.
Tornando al Congresso, è stato sorprendente in quel contesto sentirsi invitati alla “disobbedienza” da un soggetto politico, nel senso di disobbedire alle funzioni improprie di politiche Aziendali  contrarie alla deontologia professionale, quando queste funzioni sono richieste dallo stesso sistema politico??
 
Forse ci si scorda  che la funzione di Coordinamento esercitata contrattualmente è ad  “incarico” quindi in ruoli di oggettiva “ricattabilità” e ricordare che  è l’unica figura che subisce questa discriminazione fra tutto il personale del comparto? 
 
L’ulteriore richiesta di “alleanza” da parte politica (oltre la disobbedienza) è veramente anacronistica, quando un’alleanza prevede un patto di riconoscimento reciproco, quel riconoscimento che da troppi anni stiamo attendendo invano.
 
Si è compreso molto bene che la nostra funzione e senso di abnegazione contribuisce a sostenere il SSN  insieme ai nostri più stretti collaboratori Infermieri.
Per dirla alla “ Pagani”,  ma se la pazienza finisse?
 
 
Lorella Beccari
Coordinatore Infermieristico Azienda USL Bologna
Presidente CNC Regione E-Romagna

04 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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