Basta “guerre” tra medici e infermieri del 118
di Massimo Del Corona
01 MAR -
Gentile Direttore,
tutti noi, prima che operatori, siamo possibili utenti del 118. Tutti vorremmo che a noi, o ad un nostro caro, fosse offerto il meglio. A mio modo di vedere in questo stiamo fallendo, come troppo spesso accade in Italia, focalizzandoci sul chi fa cosa e se può farlo. Perché, per una volta non provare a modellare i servizi sul bisogno dell’utenza invece che su quello delle categorie? Perché non pensare a fornire un'assistenza qualificata all’utente, senza pensare ad altro che al suo bisogno?
Vorrei leggere, per una volta, che si va a scegliere la professionalità da utilizzare in un determinato contesto seguendo il bisogno del paziente e non la necessità di dare lavoro a schiere di medici che non si saprebbe come collocare.
Vorrei che mi si spiegasse perché gli infermieri, che nel resto del mondo sono a livelli avanzatissimi pur seguendo percorsi di studio assimilabili ai nostri, da noi non sono mai in grado a priori....vorrei qualcosa di terreno, pratico, provato.
Tra queste due categorie, medici e infermieri, non ci sono solo geni ed incapaci ma persone che, spero, hanno rispetto per chi mette nelle loro mani la speranza di vivere, la paura di morire. Abbiamo la certezza guardando di fianco a noi...ai nostri colleghi...medici e infermieri che lavoriamo all’interno di sistemi di emergenza a volte diversi nelle procedure addirittura spostandosi di pochi chilometri, di essere all’altezza di ciò che viene richiesto? Parlo ai miei colleghi infermieri ma anche ai medici che, per qualche strano motivo, in Italia sono sempre “abili a prescindere”.
Riusciamo a guardarci allo specchio dicendo “ok, sono in grado di farlo”, non abbassando lo sguardo per arroganza o perché altrimenti non saprei dove prendere lo stipendio? Siamo tranquilli, sapendo chi sono i nostri colleghi, siano essi medici o infermieri, che qualora un nostro caro sia in pericolo venga chiamato il “nostro” 118?
Io vorrei essere giudicato per come lavoro prima di essere etichettato da un titolo...io, medico od infermiere che sia, vorrei la soddisfazione di essere valutato seriamente in base a ciò che sono e a ciò che so fare per poter dare il meglio. Non sono per entrare nelle case di chi ha bisogno di aiuto e rassicurare soltanto per la scritta “medico” sul giubbotto, con l’arroganza che una laurea in medicina porta troppo speso con se. Non sono per dover provare in tutte le maniere a coloro che dubitano, leggendo la scritta “Infermiere” sul mio cartellino, che so fare il mio lavoro e che so farlo bene, solo perché qualcuno ha passato il suo tempo a screditare il MIO lavoro e a far passare il messaggio che “io non sono in grado”.
Invece di fare lotte inutili facciamo un servizio degno per tenere in alto il nostro nome di medici ed infermieri del 118. Esigiamo di essere valutati. Solo così non esisteranno più lotte fratricide che non fanno bene in primis a chi assistiamo...perché solo di questo si tratta. #noisiamopronti
Massimo Del Corona
Infermiere 118
01 marzo 2016
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore