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Roma. Ordine medici replica a Saitto (Dg AslRm/C) su See&Treat: “Ad udienza Tar per sospensiva eravamo presenti. Abbiamo chiesto di andare direttamente a giudizio”

di Roberto Lala

04 AGO - Gentile direttore,
torno a chiederLe spazio per intervenire, doverosamente, in merito alle ultime affermazioni del dott. Carlo Saitto, riguardanti la ormai più che nota questione dell’ambulatorio infermieristico denominato See & Treat che la ASL RMC ha avviato nella Capitale presso la struttura di S. Caterina della Rosa in via Forteguerri, dedicato a presunte urgenze minori.
 
L’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma ha evidenziato e accuratamente dettagliato le criticità di tale presidio sanitario sin dalla sua implementazione. Criticità che possono effettivamente rappresentare un rischio per quei pazienti che vi si rivolgono, poiché in questo ambulatorio non è prevista una componente medica ed eventuali urgenze di grado superiore e/o sopravvenute complicanze dovrebbero necessariamente essere reindirizzate a un Pronto Soccorso, che nel caso specifico non è presente nella struttura. E’, pertanto, di tutta evidenza che in tale evenienza si perderebbe tempo prezioso nel dare al paziente l'assistenza più idonea di cui egli necessita.
 
Al Direttore generale della ASL RMC, il dott. Saitto, questa “anomalia” rispetto ad altre esperienze italiane di See&Treat a base ospedaliera è stata tempestivamente rappresentata dall’Ordine di Roma. Infatti, gli altri presidi simili a quello romano - realizzati in altre regioni e, in particolare, in Toscana – sono tutti collocati proprio all’interno di un Pronto Soccorso. Ma stesso discorso vale anche per quelli avviati in altri paesi, soprattutto in Gran Bretagna. Purtroppo, questo e altri rilievi mossi dall’Ordine non sono stati recepiti. Da qui il passo, obbligato, di ricorrere al TAR del Lazio per tutelare la sicurezza dei cittadini-pazienti, nonché per evitare ingiustificati e pericolosi “sconfinamenti” di competenze tra aree sanitarie. Un atto che questo Ente (organo ausiliario dello Stato) avrebbe preferito evitare se ci fosse stata quella collaborazione tra istituzioni che il dott. Saitto giustamente richiama e auspica e se la professione medica fosse stata ascoltata, tanto preventivamente quanto successivamente. Così, però, non è stato.
 
Premesso ciò, non risponde affatto a verità che all’udienza tenutasi al TAR Lazio lo scorso 30 luglio l’Ordine dei Medici di Roma abbia deciso non presentarsi. Su questo punto il dott. Saitto è stato evidentemente male informato, con la conseguenza di trarne una deduzione totalmente infondata quando afferma che tale presunta assenza è motivabile con l’ipotesi che “non sussistessero le ragioni che avevano motivato la richiesta di un’immediata sospensione dell’atto deliberativo”. La realtà è, invece, proprio l’opposto.
 
Alla citata udienza avanti al TAR la parte ricorrente – cioè l’Ordine – era assolutamente presente nelle forme previste dalla procedura. In tale sede ha poi ritenuto opportuno chiedere di andare direttamente al giudizio di merito in quanto la parte convenuta – cioè l’ASL RMC -  non aveva dato riscontro alla richiesta (reiterata a maggio e giugno scorso) di comunicare formalmente se all’interno del See and Treat era prevista la presenza costante di almeno un medico di emegenza/urgenza. In mancanza di questa fondamentale informazione da sottoporre a valutazione del Giudice amministrativo e, comunque, in ragione della tesi sostenuta nel ricorso circa la necessità di operare all’interno di un Pronto Soccorso, l’Ordine si è quindi affidato all’esame di merito di tutta la delicata questione, senza passare per la sospensiva della delibera istitutiva dell’ambulatorio infermieristico. Ciò per consentire al Tribunale di poter esaminare in profondità e in tempi brevi le varie implicazioni – giuridiche, sanitarie, economiche e professionali - legate all’istituzione di questo presidio “anomalo”.
 
Va ricordato che tra le perplessità espresse dall’Ordine capitolino c’è anche quella relativa ai reali costi-benefici di questa iniziativa fortemente voluta dalla Direzione della ASL RMC, quindi un aspetto economico che non può essere tralasciato, soprattutto in una fase in cui le risorse regionali per la Sanità continuano a essere scarse quando non insufficienti. Anche su questo abbiamo chiesto di fare chiarezza.
 
Da ultimo, approfitto dell’ospitalità su questo quotidiano per ribadire e concordare con il Direttore Saitto la necessità – fisiologica – di collaborazione tra le varie istituzioni, tanto più quando esse maneggiano settori fondamentali e di estrema complessità quale è quello della Sanità. Da sempre l’Ordine chiede proprio questo e si muove in tutti i percorsi istituzionali per avere ascolto e confronto, per portare la propria competenza professionale e la rappresentanza di tutto il mondo medico nelle sue varie operatività. Non sono certamente i medici a innescare contrapposizioni con altre aree e competenze sanitarie, che risultano illogiche, innaturali e dannose per tutto il sistema e, principalmente, per il diritto alla salute del cittadino. Obiettivamente però bisogna prendere atto che alcune iniziative non adeguatamente ponderate innescano, anche involontariamente, tali contrapposizioni e che queste possono poi sfuggire di mano. E ciò non deve accadere.
                                                                                                                                                                          I
 
 
Roberto Lala
Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma

04 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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