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Appropriatezza e costo-efficacia: è ora di applicarle sul serio

di L.G. Mantovani e P.Piacentini

Il terreno è stato preparato. Speriamo e siamo fiduciosi che i contenuti della bozza di intesa tra Governo e Conferenza Stato-Regioni non rimarranno parole scritte, ma si trasformeranno in serie politiche ed applicazioni concrete.

01 MAG - Gentile direttore,
la bozza di intesa in Conferenza Stato-Regioni conterrebbe, tra i vari provvedimenti, elementi rilevanti perché, per la prima volta, l’appropriatezza verrebbe proposta come parte integrante del percorso operativo di governance. A tale proposito ci permettiamo di proporre alcune riflessioni casuali su appropriatezza e costo efficacia. Il padre dell’Epidemiologia contemporanea, Olli S Miettinen, consigliava ai suoi studenti (tra cui uno degli scriventi) di porsi sempre 3 domande quando si trovavano dinannzi a qualcuno che proponesse un “nuovo” paradigma: Is it new? Is it true? Does it matter? E’ veramente nuovo? E’ vero? Importa?

Is it new? La Delibera CIPE 30.1.1997 introduceva il rapporto costo efficacia quale criterio di negoziazione del prezzo dei farmaci registrati attraverso la European Medicines Evaluation Agency (l’attuale EMA). Risalendo la delibera a oltre 18 anni orsono, si direbbe che non possiamo considerare il paradigma “Costo Efficacia” proprio proprio nuovo nuovo.

Neppure per l’Italia. Tra l’altro, la revisione del del Prontuario Terapeutico nel 2002-2003 (quello basato sulle classi di farmaci uguali, cioè classi omogenee, cioè sovrapponibili (NB: i tre termini sono tutt’altro che equivalenti) avvenne sulla base del DPEF (così si chiamava allora) di quell’anno, che esplicitamente menzionava il principio di costo efficacia. En passant, il lettore della bozza di intesa avrà notato che siamo scesi ancora nella scala della comparabilità dei farmaci, essendo stato introdotto il termine farmaci assimilabili.

Tornando comunque al concetto di Costo Efficacia e considerando che la sua applicazione teorica risale allo scorso millennio, ci siamo chiesti se ad essere nuovo è almeno il concetto di appropriatezza. In effetti, l’appropriatezza è esplicitamente uno dei pilastri della riforma del SSN effettuata con la legge 229/99. Anche in questo caso, possiamo considerare nuovo un concetto scolpito nella pietra di una legge di riforma promulgata lo scorso millennio?  Is it true? Qui la risposta è più semplice: i paradigmi dell’appropriatezza e della Costo efficacia sono il riferimento (benchmark, per gli anglofili) delle politiche sanitarie di diversi paese sviluppati. E a buon ragione.

Does it matter? Anche qui la risposta è semplice: certo, appropriatezza e costo efficacia sono importanti. Non possiamo permetterci terapie inappropriate, nè inefficienti (cioè non costo efficaci). E quindi? Quindi, forse ciò che è maggiormente mancato in questa parabola quasi ventennale di appropriateza e costo efficacia non è la previsione per legge che esse siano importanti, ma, soprattutto per la costo efficacia, l’applicazione pratica, reale, concreta.  Sarà sufficiente un ulteriore richiamo a far sì che esse, particolarmente la Costo Efficacia, divengano centrali nel processo decisionale o di governance? Sarà l’ennesima grida?

Certo, il contesto è cambiato rispetto a quando “costo efficacia” fu tradotto “prezzo per DDD per classe ATC”. Sotto il profilo culturale e scientifico negli ultimi vent’anni la ricerca ha effettuato notevoli passi avanti. Esistono società scientifiche che di questa materia si occupano. Addirittura, la più importante di esse, l’ISPOR, terrà a Milano, dal 7 all’11 novembre 2015 il XVIII Meeting Annuale Europeo, al quale sono attesi oltre 5000 partecipanti da tutto il mondo.
 
Segno evidente che la ricerca italiana non è rimasta indietro, anzi essa è notevolmente cresciuta in quantità e qualità, tanto che autori italiani hanno sviluppato e messo a punto tutti gli strumenti di ricerca necessari, sono spesso all’avanguardia nel mondo, pubblicando le proprie ricerche su riviste scientifiche prestigiose, inclusa la più prestigiosa di tutte, il New England Journal of Medicine, e hanno anche applicato gli esiti delle ricerche nel processo decisionale in ambito di regioni, ASL, IRCCS, Ospedali etc.. Il terreno è quindi stato preparato: per questo speriamo e siamo fiduciosi che il contenuto della bozza di intesa tra Governo e Conferenza Stato-Regioni non rimarranno parole scritte, ma si trasformeranno in serie politiche ed applicazioni concrete.

Lorenzo G. Mantovani
Presidente ISPOR Italy - Milan Chapter;
 
Patrizio Piacentini
Presidente Eletto AIFOR

01 maggio 2015
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