Stamina. Fare chiarezza, anche per rispetto agli infermieri coinvolti loro malgrado
di Stefano Bazzana
16 GIU -
Gentile Direttore,
il Collegio Ipasvi della provincia di Brescia esprime profonda vicinanza ai colleghi interessati, seppur indirettamente, dalla vicenda Stamina e a tutti i colleghi e ai cittadini che vivono un profondo disagio per i risvolti umani di questa paradossale vicenda.
Le recenti dichiarazioni del Dr. Andolina riportano che lo stesso ha proceduto all'infusione ad un piccolo paziente con accanto solo l'infermiera e il padre del bambino. La presenza dell'infermiera è unicamente finalizzata all'assistenza del piccolo paziente come in tutte le situazioni in cui è richiesto il monitoraggio delle condizioni cliniche dei pazienti sottoposti a procedure invasive che necessitano prima, durante e dopo la procedura il controllo dei parametri vitali, la valutazione e la prevenzione di possibili complicanze.
Le affermazioni del Dr. Andolina ci permettono altresì di precisare con fermezza ed orgoglio che gli infermieri hanno continuato a garantire a tutti i pazienti coinvolti le cure e l'assistenza necessaria alla condizione di malattia e di bisogno, esprimendo costantemente la loro vicinanza ai pazienti ed ai famigliari, garantendo la migliore assistenza infermieristica. Pertanto non hanno contribuito, e non intendono contribuire, ad attuare pratiche non validate da rigorosi studi scientifici.
Gli infermieri, nel rispetto prioritario dei pazienti, hanno tenuto fede al proprio Codice Deontologico che all’Art. 3 così recita:"La responsabilità dell'infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo." e all’Art. 12: "L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito".
L’attività degli infermieri è finalizzata a prendersi cura delle persone attraverso interventi orientati da evidenze scientifiche, sicuri e validati. L’Ipasvi di Brescia, in quanto organismo di rappresentanza provinciale degli infermieri, ritiene fondamentale che sia garantito il dovere e salvaguardato il diritto ad offrire e ricevere trattamenti sicuri, appropriati ed efficaci.
Chiediamo quindi alle istituzioni (regione, ministero, comunità scientifica, magistratura) che si faccia quanto prima chiarezza sull’intera vicenda nel bene prioritario delle persone coinvolte e di tutti i cittadini, nel rispetto degli operatori che quotidianamente operano per un’assistenza sicura, rispettosa e giusta.
Stefano Bazzana
Presidente Collegio Ipasvi di Brescia
16 giugno 2014
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