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Mio marito, medico, e un caso di 'malassicurazione'

di Patrizia Pistilli Tuli

04 MAR - Gentile Direttore,
mi rivolgo a Lei, non per segnalare un caso di malasanità ma per denunciare un caso di malassicurazione che stiamo vivendo personalmente. Mio marito, Paolo Tuli, è medico di famiglia (assistenza primaria) e continuità assistenziale (guardia medica). Questi medici non sono dipendenti ma convenzionati con le Asl, pertanto le loro assistenza sanitaria è garantita da polizze sanitarie, n.81302066 e n.81301025, sottoscritte dai principali Sindacati del settore (FIMMG, SNAMI, SMI, INTESA SINDACALE -Cisl Medici, SIMET, SUMAI, CGIL Medici) con le Assicurazioni Generali il 25 novembre 2009.

Queste polizze hanno come oggetto la copertura dai rischi economici per i primi trenta giorni di malattia, danni da infortunio ed invalidità permanente da malattia. Questa è la fattispecie che riguarda mio marito.

Ecco i fatti:
Paolo Tuli, anni 62, operato all'IFO di Roma nell'aprile 2013 dal prof. Garofalo per emicolectomia dx, è affetto da adenocarcinoma del colon avanzato, IV stadio con diffuse e multiple metastasi epatiche, polmonari e linfonodali in progressione, trombosi vena porta, in chemio da maggio 2013 e comunque resistente ai vari schemi terapeutici effettuati al day hospital del prof. Cognetti sempre all' IFO.
Abbiamo pertanto, trascorsi sei mesi dalla diagnosi, come da polizza, abbiamo richiesto la visita medica, alla società assicuratrice, per il riconoscimento del danno da invalidità permanente da malattia (art.C polizza).
La visita medica sollecitata più volte, è stata fissata ed effettuata il 16 dicembre 2013, dal dr. Maurizio Vaccaro, in ritardo rispetto ai termini contrattuali.
Ad oggi 4 marzo, nonostante siano trascorsi ben più dei trenta giorni lavorativi, sempre previsti dalla polizza, per la comunicazione dell'esito della visita, non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione.
Le mie numerose telefonate di sollecito effettuate all'ufficio liquidazioni, via Silvio D'amico 40, referente signora Paris, tel 0686515221, hanno avuto come risposta l'invito a pazientare, in quanto "l'ufficio competente ha tante pratiche da evadere e poi la società pagherà la penale prevista".

Non stiamo parlando di un danno auto da liquidare.
L'utilizzo del pagamento di una modesta penale, come prassi nel ritardare la definizione dei danni è indecente.
Qualora, non si sa mai, la società arrivasse a definire l'indennizzo, ha ancora molto tempo per dilazionarne la liquidazione, sempre pagando piccole penali. Il tempo però manca ai malati, come mio marito, bisognosi di tante piccole e grandi cose.
Aiutatemi a difendere i diritti di mio marito e di quelli nelle sue condizioni contro l'arroganza e i soprusi e l'indifferenza delle Assicurazioni Generali.

Patrizia Pistilli Tuli  

04 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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