Sicilia/1. Infermieri sviliti nella "Guida regionale per i pazienti ricoverati in ospedale"
di Salvatore Vaccaro
04 NOV -
Gentile Direttore,
In questi giorni si parla molto del documento prodotto dalla Regione Sicilia, “
Guida per il paziente che si ricovera in ospedale” (
vedi pagina 71 dell'allegato,
ndr), ad opera del comitato etico CO.RE.B insediato dalla giunta Crocetta e pubblicato in G.U.R.S. n. 48 in data 25 ottobre c.a.
Un documento secondo noi illegittimo, in contrasto con le norme che regolano l’attività infermieristica oltre che offensivo della dignità professionale degli infermieri, sviliti a meri esecutori di operazioni manuali.
La professione infermieristica non ci sta. Il Sindacato delle professioni infermieristiche NurSind non può condividere il documento che parte da una buona idea, ma che risulta essere lacunoso e superficiale.
In particolare:
- il documento parla di accoglienza da parte del caposala, termine ormai desueto in quanto da anni si chiama Coordinatore Infermieristico (v. Legge 43/2006);
- di compiti dell’infermiere piuttosto che di presa in carico del paziente, riducendo i “compiti” dell’infermiere essenzialmente alla sterile esecuzione di compiti “…fare un prelievo venoso, montare e regolare una fleboclisi, introdurre un catetere vescicale….” e compiti assistenziali semplici, quale “accompagnare il paziente in bagno o provvedere alla sua pulizia” (neanche igiene!) “…se come accade il numero di operatori socio-sanitari è insufficiente.”
- la sottolineatura che “anche i medici e gli infermieri avranno cura di lavarsi le mani (e gli infermieri di cambiarsi i guanti) prima della visita o di altre prestazioni” sott’intende che chiaramente spesso ciò non avviene e che i medici si possono permettere di non cambiare i guanti? A tal proposito ricordiamo che uno studio promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e pubblicato dalla rivista Lancet infectous diseases, che ha testato le nuove linee-guida sul tema in 43 strutture in cinque Paesi (Mali, Italia, Pakistan, Arabia Saudita e Costa Rica), ha constatato che, in ospedale, sono gli infermieri a mettere in pratica davvero le norme a salvaguardia dell'igiene. Questo, superando di molto i medici nella pratica del lavaggio delle mani, il tutto prima e senza i “preziosi consigli” dell’imbarazzante documento, ora contestato anche dai Collegi Ipasvi siciliani.
Da diverso tempo questa O.S. lavora per innalzare il valore sociale della categoria e combatte anche nella aule dei tribunali contro il demansionamento dei professionisti che operano presso le strutture pubbliche e private. Questo documento continua ad avvallare una visione del professionista infermiere che pensavamo superata almeno fin dai primi anni ’90. A distanza di un ventennio ci troviamo in un documento ufficiale della Regione una descrizione di una realtà organizzativa e professionale che dovrebbe essere ampiamente e legittimamente superata, almeno nei pensieri della parte più evoluta dell’amministrazione regionale o dei vari comitati che hanno voce in ambito sanitario.
Condividendo le perplessità evidenziateci dai colleghi non possiamo non rilevare che più che una “guida per i pazienti” sembra un documento di ammissione delle inefficienze del nostro sistema sanitario. Si parla infatti di “attese che si svolgono spesso in ambienti disagevoli e affollati dove i pazienti aspettano anche per ore un turno segnato su inaffidabili elenchi cartacei, e dove hanno difficoltà nell’identificare il personale a cui chiedere informazioni sui tempi di ricovero o sull’assegnazione del reparto.” Quante volte come sindacato abbiamo chiesto l’adozione di una divisa unica che identifichi in tutta la regione le varie figure professionali? Perché non attivarsi per superare gli elenchi cartacei e gli ambienti disagevoli e mutare l’organizzazione per la soluzione delle lunghe ore d’attesa?
Ancora: “se il suo ricovero non potesse essere differito e Lei dovesse essere provvisoriamente ricoverato in barella, chieda che il passaggio a un posto letto sia quanto più sollecito è possibile, che la barella sia relativamente comoda (larghezza, spessore del materassino) e che sia particolarmente curata l’attenzione per evitare cadute.” Certamente la carenza di posti letto sembra fare a pugni con il taglio degli stessi effettuati in questi anni dalle varie giunte. Allo stesso modo, se il problema sta nel governo clinico, non si capisce come la Sicilia sia la regione con il maggior numero di medici in rapporto alla popolazione e permangano criticità nelle attese. Inoltre è da specificare che le barelle sono quelle in dotazione e che il rapporto infermieri/pazienti come dotazione organica è stabilito sui posti letto (determinati dalla regione) e non sul numero di barelle in sovrannumero.
Poi il documento continua indicando due compiti dell’Infermiere dimenticando che un professionista non agisce per compiti ma, secondo le leggi dello Stato italiano, è il responsabile dell’assistenza infermieristica generale che ha più a che fare con la presa in carico nel percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale che non la semplice esecuzione di tecniche e sorveglianza. L’esercizio professionale è ben più complesso e con notevoli responsabilità che non si limitano a riferire al medico cosa succede o a praticare terapie.
Infine un’ulteriore certificazione di quanto da tempo andiamo denunciando, della carenza infermieristica all’interno delle strutture sanitarie: “….per svolgere bene questi compiti è necessario che gli infermieri siano in numero sufficiente (e questo non sempre è vero)…”
Per tali motivi il NurSind ha inviato, in data 1 novembre c.a., una lettera all’assessore Lucia Borsellino per chiedere formalmente il ritiro del Decreto e una sua nuova formulazione che salvaguardi la dignità della professione infermieristica, oltre a richiedere un forte impegno dell’assessorato per superare le deficienze del sistema piuttosto che un semplice prenderne atto.
Da parte nostra c’è sempre la disponibilità a dare un fattivo contributo al fine di perseguire l’obiettivo comune della tutela del diritto dei cittadini ad un’assistenza efficace e di qualità, nei modi e nelle forme più adeguate e non solo di critica costruttiva.
Salvatore Vaccaro
Dirigente Nazionale NurSind
04 novembre 2013
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