Quando la mancanza di programmi si ripercuote su organizzatori e cittadini
di Nadia Negri
15 MAG -
Gentile direttore,
leggendo le affermazione del professor
I. Cavicchi e le considerazioni della signora
D. Francese, mi si è aperto un cassetto della memoria. Troppo spesso input rimangono chiusi nel nostro encefalo impedendoci di imparare dal passato migliorando il futuro, questa situazione ha fatto scattare una similitudine concettuale legata al problema sanità e relativi coinvolgimenti attivi e costruttivi di operatori/cittadini.
Ritorno all’anno 1832, quando sulla neonata rivista “La Giovine Italia” un autorevole esperto dettagliava la condizione politica, morale e letteraria d’Italia e le cause che portarono al fallimento dei riformisti che anelavano ad un costruttivo cambiamento. I difetti di queste organizzazioni erano state la segretezza e la mancanza di un programma ben definito. La segretezza aveva impedito l’ampia partecipazione da parte della popolazione, la mancanza di chiari programmi aveva determinato, anche negli organizzatori stessi, incertezze e divisioni.
Anno 2013, se analizziamo ed accostiamo il problema coinvolgimento cittadini, notiamo che si sta abbondantemente abbattuto l’ostacolo della segretezza, grazie ai potenti mezzi di comunicazione ogni individuo è al corrente della scabrosa situazione che lo attanaglia, rimane il lodo della mancanza dei programmi e relativa nefasta ripercussione sugli organizzatori e sui cittadini.
Se è vero che la storia viene scritta per i posteri, speriamo che l’epilogo di questa nostra attuale fase politico/sociale la tramanderemo da vincitori e non da vinti.
Nadia Negri
15 maggio 2013
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