Infermieri. I medici lamentano di non essere ascoltati. Ma sulle cose "loro" chi ascolta noi infermieri?
di Marcello Bozzi
14 FEB -
Gentile Direttore,
colpisce molto il "grido di dolore" della componente medica relativamente al documento sulle nuove competenze infermieristiche, quasi a salvaguardia di un qualcosa che non esiste più (lo stesso "atto medico" in Europa ha assunto la denominazione di "atto sanitario", a conferma di definizioni, decisioni ed azioni a carattere multi-professionali e multi-disciplinari) o a tutela di posizioni acquisite.
Così come colpisce il richiamo "all'assenza del confronto con le rappresentanze ordinistiche e sindacali dei medici che hanno ripetutamente espresso, in varie sedi, la propria contrarietà ed opposizione al metodo adottato”, .... come se ci fosse stato (o fosse in essere) il coinvolgimento della componente ordinistica e sindacale infermieristica nelle questioni che riguardano la componente medica.
Certamente è necessario l'approfondimento e la discussione sulle questioni presentate, ma altrettanto certamente è necessario evitare i rischi di "separazione" tra le due famiglie professionali che hanno il primato della numerosità e la necessità di sviluppare al meglio i meccanismi di integrazione per la rilevanza della stessa (l'integrazione) nella ridefinizione dei modelli organizzativi e dei sistemi di cura e assistenza.
Negli ultimi anni si sono registrati importanti cambiamenti che hanno riguardato:
• la situazione epidemiologica e la domanda di salute della popolazione;
• il funzionamento del sistema e le relative norme di governo;
• le norme di disciplina delle professioni sanitarie;
• l'evoluzione scientifica e tecnologica che ha interessato l'intero sistema;
• lo sviluppo e l'implementazione delle conoscenze e delle competenze dei professionisti (in particolare della parte infermieristica).
La proposta di modifica non va ad istituire un nuovo "mansionario", nè costituisce un nuovo profilo professionale. Semplicemente va a meglio definire i saperi richiesti ai professionisti, tenuto conto dei cambiamenti sopra riportati.
Sulla base di ciò è necessario:
• ripensare i core-curricola formativi, sulla base delle nuove esigenze di conoscenze e competenze richieste ai professionisti;
• rivedere i modelli organizzativi in essere e la pianificazione delle attività;
• definire e realizzare la formazione necessaria per l'adeguamento e la manutenzione dei saperi;
• ridefinire i percorsi e i processi, sulla base delle nuove definizioni;
• pianificare il nuovo corso con la previsione di momenti programmati di audit per l'individuazione di eventuali non conformità e per la programmazione degli eventuali interventi correttivi.
Parallelamente, tenuto conto anche dello sviluppo delle norme che disciplinano le professioni sanitarie, potrebbe essere questa l'occasione per una nuova definizione dei livelli di collaborazione e delle integrazioni, dei sistemi di comunicazione, interazione e condivisione, dei ruoli e delle responsabilità .... Possibilmente senza alcuna paura!!!!
Marcello Bozzi
Infermiere - AOU Siena
14 febbraio 2013
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