Gentile direttore,
su Qs di due giorni fa è uscito un intervento di Mario Del Vecchio e Luigi Preti che “fanno le pulci” all’ultimo Rapporto GIMBE in tema di spesa privata. GIMBE tra il 2022 e il 2023 la stima aumentata del 10,5 e i due ricercatori dell’Osservatorio Consumi Privati in Sanità (OCPS)-SDA Bocconi la stimano aumentata del 2,1%. L’OCPS ha una lunga tradizione di analisi e riflessione sul tema e quindi viene da dargli credito. Solo che qualche riflessione sorge spontanea perché quel dato dell’OCPS sembra poco coerente con molti altri segnali che cito a braccio: la fuga dei professionisti dalle strutture pubbliche, la perdita della capacità di presa in carico dei pazienti cronici da parte dei Servizi Sanitari Regionali, compresi quelli oncologici, le liste di attesa per molte tipologie di prestazioni sia ambulatoriali che di natura chirurgico-interventistica, la quasi fuoriuscita dai LEA di grossi pezzi di discipline ad elevato impatto epidemiologico come l’oculistica da anni e da un po’ l’urologia e la finanziarizzazione di alcuni grandi gruppi privati.
Come si combinano tutti questi fenomeni con la sostanziale stabilità della spesa privata? Da non esperto del settore vedo tre possibilità: c’è una sopravvalutazione soggettiva di quei fenomeni che ho citato che non hanno dimensioni tali da incidere sul totale della spesa privata, le persone rinunciano alle prestazioni, i costi privati sono sottostimati. Ma se il dato OCPS chiudesse la questione della spesa privata allora non si spiegherebbe come mai la sanità è ormai il problema più sentito dagli italiani. Se quel che a loro serve comunque lo ricevono e se anche lo debbono pagare il prezzo non è poi così alto come mai riempiono i media e i social delle testimonianze delle loro drammatiche esperienze?
La tabella dell’OCPS può tranquillizzare il ricercatore (faccio per dire), ma non certo il cittadino. Credo che sia importante che tutte le fonti di dati sui fenomeni descritti vengano incrociati, perché l’americanizzazione della sanità viene sentita come un pericolo incombente. E chi può farlo meglio dell’OCPS?
PS Del Vecchio e Preti nel loro intervento si chiedono perché nessuno abbia corretto GIMBE. La risposta è semplice: i documenti impegnativi (più di una pagina) in pochi li leggono, qualche persona in più guarda Figure e Tabelle e tutti guardano i titoli.
Claudio Maria Maffei