Over65 in Europa, politiche e interventi da aggiornare
di Marco Perelli Ercolini
20 MAG -
Gentile Direttore,la contatto in qualità di vice presidente di Federspev. Desidero segnalarLe che, malgrado i dati confermino un aumento delle persone over 65, si prosegue a fare interventi e politiche in Italia che non tengono conto di una visione a 360° sulle esigenze e sugli stili di vita che sono cambiati per tali cittadini. L'UE contribuisce a migliorare la salute pubblica attraverso finanziamenti e norme in materia di lotta contro le minacce sanitarie transfrontaliere, medicinali, diritti dei pazienti nell'assistenza sanitaria transfrontaliera, prevenzione delle malattie e promozione della salute.
Gli obiettivi delle politiche e delle azioni dell'Unione europea in materia di salute pubblica sono: proteggere e migliorare la salute dei cittadini dell'UE: sostenere la modernizzazione dell'infrastruttura sanitaria; migliorare l'efficienza dei sistemi sanitari europei; rafforzare le misure di preparazione e risposta alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero.
Nella nostra Federazione raccogliamo le istanze di persone over 65 del mondo sanitario (medici, veterinari, operatori sanitari) tutti in pensione. Malgrado abbiano dedicato tutta la loro vita ai pazienti, si rendono conto che, una volta il rapporto che loro instauravano con i pazienti era totalmente diverso da quello odierno: c’era più tempo, anche nelle strutture pubbliche, per poter visitare ascoltando il paziente; ora invece i diktat della dirigenza sono dare un timing massimo di 15/20 minuti a singola visita; il paziente arrivava in ospedale e in ambulatorio solo seguendo le indicazioni del medico di base; ora invece i pazienti o presunti tali si fissano da soli le visite e gli esami troppo spesso senza la prescrizione del medico di base, in quanto si autodiagnosticano tramite i social e pervengono ai medici con richieste di cure che non corrispondono ai loro reali bisogni; una volta, in ospedale, e io ero un aiuto vice-primario e ho trascorso tutta la mia vita di medico sempre in ospedale, ed eravamo noi medici a decidere cosa necessitava il reparto e non l’area amministrativa e quindi le forniture erano adeguate alle necessità reali, non pianificate per risparmiare a tutti i costi e per fare bandi di gara al ribasso con tempi biblici di fornitura; una volta c’era meno politica in Sanità o perlomeno era più mirata a strategie a lungo termine; ora chi decide rimane in carica tre/quattro anni, pensa solo a prendere il sul premio, che viene dato troppo spesso solo a chi taglia i costi, e non si preoccupa di cosa e come i tagli decisi inficeranno sul lungo termine sulla prevenzione e sulla salute delle persone.
Inoltre medici, veterinari e operatori sanitari erano più rispettati ed avevano delle pensioni gratificanti e rispondenti alle fatiche e agli anni di lavoro effettuati con grandi responsabilità a favore della cittadinanza, attualmente invece le nostre pensioni sono state decurtate e la qualità di vita dimezzata soprattutto per chi rimane coniuge solo (pensioni di reversibilità). In Italia le scelte si dovranno allineare alle scelte europee, forse sarà proprio l’Unione europea a far sì che il sistema sanitario e pensionistico nazionale non venga ulteriormente vessato e mal gestito.
Marco Perelli ErcoliniVicepresidente Federspev
20 maggio 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy