Gentile direttore,
rapidità. No, non deve essere questa, delle sei parole proposte da Calvino per una riflessione sull’attuale millennio, la parola chiave che caratterizza l’operato del Ministro della salute prof. Schillaci.
Quando si è insediato l’attuale governo, a ottobre del 2022, mancavano parecchi mesi prima che a fine luglio 2023 scadesse l’incarico del presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), prof. Brusaferro. Considerando anche la prorogatio “usuale” di 45 giorni, era noto che si potesse arrivare a settembre 2023.
Nonostante ci fossero quasi 11 mesi a disposizione, non è stata conclusa la nomina, e il prof. Bellantone è stato nominato commissario dell’Iss, in attesa dell’esame e del via libera di Camera e Senato al conferimento del suo incarico come presidente. Insomma, si è commissariata una istituzione centrale del SSN a causa dei ritardi del Ministro. È giusto non avere pregiudizi verso il prof. Bellantone e rimandare ogni valutazione agli atti concreti, ma questo non esime dal segnalare, oltre ai ritardi, alcune forzature nel processo seguito: è stata individuata una persona che fra qualche settimana compirà 70 anni, per dirigere un’istituzione nella quale l’età massima di pensionamento è di 67 anni; la scelta si è orientata fra i dipendenti di una struttura privata, anziché fra quelle del SSN o delle università pubbliche; si è identificata una figura professionale che non rappresenta un punto di riferimento su alcuno dei principali ambiti di azione dell’Iss, dalla sanità pubblica all’ambiente, dai farmaci agli alimenti e alla veterinaria.
Nel caso dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) i tempi sono ancora più lenti e la prospettiva più oscura. A dicembre 2022 era stato presentato un emendamento al cosiddetto Decreto “Nato-Calabria” (DL 198/2022) che prevedeva un cambio completo della struttura: i) la cancellazione del Direttore generale, con il trasferimento della rappresentanza legale alla figura del presidente dell’Aifa; ii) la cancellazione delle Commissioni Aifa (Commissione tecnico-scientifica, CTS e Comitato prezzi e rimborso, CPR) per sostituirle con una nuova Commissione composta solo da 10 persone (Commissione scientifica ed economica del farmaco); e iii) la riproposizione di un direttore scientifico e un direttore amministrativo, già previsti da una norma del 2019 ormai dimenticata e alla quale non era stato dato alcun seguito. Con l’occasione, veniva prorogata la scadenza delle commissioni CTS e CPR fino a febbraio 2023, ed entro la stessa scadenza si doveva concludere la procedura di riordino dell’Agenzia.
Da allora, non è stata presentata alcuna proposta di riordino, il che significa fra l’altro che l’Aifa continua ad operare con un Direttore generale “facente funzione” che è in attesa di essere definitivamente depennato, e non è stata istituita la nuova Commissione. La scadenza di CTS e CPR è stata prorogata: dapprima alla fine di giugno 2023, poi al 1 ottobre e, infine, con il decreto “Proroga dei termini” (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-52/23739), al 1 dicembre 2023.
Se non l’interesse generale, almeno il buon senso dovrebbe suggerire all’intera classe politica e di governo che se si vuole riordinare un’istituzione centrale nel SSN bisognerebbe prima presentare una proposta compiuta, e discuterla con le parti interessate: dal Parlamento alle Regioni, dalle associazioni scientifiche a quelle dei cittadini e alle rappresentanze di categoria. Considerato tutto il tempo trascorso inutilmente, è evidente che non ci fosse alcuna urgenza di prevedere, con un emendamento in un decreto legge, un cambio estremo nell’assetto dell’Aifa, salvo lasciare tutto in sospeso.
Chiunque abbia esperienza di amministrazioni pubbliche sa quanto siano dannosi questi periodi di incertezza nei quali non si intravede uno sbocco, sia per le ripercussioni sul personale interno che nell’immagine esterna di istituzioni fondamentali del SSN.
Non si sa cosa abbia determinato i ritardi nella nomina del Presidente dell’Iss e nel riordino dell’Aifa. Si sa, però, che si stanno scaricando su queste istituzioni effetti negativi ingiustificabili.
Giuseppe Traversa
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