Gentile direttore,
desidero manifestare una profonda preoccupazione in merito alla proposta di istituire la figura dell'Assistente Materna con un corso di formazione della durata variabile tra sei e nove mesi, il tutto senza una chiara definizione delle origini di tale proposta. Questa preoccupazione riflette l'opinione condivisa da numerosi colleghi psicologi attivi nel campo delle cure perinatali, così come dalle società scientifiche specializzate in questo settore.
Fin dall'inizio, la proposta sorge come problematica in quanto si sovrappone alla figura di altri professionisti della salute, senza fornire indicazioni chiare sul perimetro del profilo professionale, su come si inscrive all’interno di un sistema di cure e sulla volontà di preservare un approccio interprofessionale nella cura post-natale.
L’approccio multidisciplinare è, invece, universalmente riconosciuto come essenziale dalla comunità scientifica e professionale per garantire interventi efficaci che tengano conto delle necessità psicologiche e delle potenziali difficoltà che le neomamme possono incontrare.
Ciò che suscita preoccupazione è la decisione di limitare la competenza nell'assistenza post-natale a questa nuova figura e di focalizzare l’intervento alle sole sulle madri, trascurando un aspetto fondamentale sottolineato nella letteratura specializzata: l'importanza di coinvolgere attivamente l'intera famiglia, con particolare attenzione al ruolo del padre nella cura del neonato. Per avanzare in questa direzione, è essenziale considerare anche le competenze delle psicologhe e degli psicologi, che dispongono di formazione dedicata e competenze specifiche e che sono già attivamente impegnati nell'ambito perinatale, nonostante una sottodimensionata presenza numerica.
Un altro motivo di preoccupazione è la restrizione dell'assistenza ai primi sei mesi di vita del neonato. Riteniamo che questa decisione non tenga in considerazione le ricerche in ambito psicologico che evidenziano l'importanza di sostenere le famiglie durante la fase di separazione-individuazione del bambino, spesso coincidente con il ritorno al lavoro delle madri. Interrompere il supporto anziché rafforzarlo in questa fase cruciale del ciclo di vita è, a nostro avviso, una scelta critica. Dovremmo invece promuovere un supporto continuo per facilitare il riconoscimento tempestivo di situazioni di violenza domestica e fragilità psicosociale, e attivare percorsi multiprofessionali per integrare questo contributo.
In conclusione, è imperativo che la proposta di istituire la figura dell'Assistente Materna venga attentamente rivista alla luce delle preoccupazioni sollevate e soprattutto di concerto con le rappresentanze delle professioni sanitarie che operano in questo campo.
La salute e il benessere delle neomamme, dei neonati e delle loro famiglie sono questioni di fondamentale importanza, e qualsiasi iniziativa finalizzata al miglioramento della qualità dell'assistenza deve essere basata su solide basi scientifiche e coinvolgere tutte le parti interessate.
Laura Parolin