La collaborazione pubblico privato non è la privatizzazione del Ssn
di Roberto Polillo e Mara Tognetti
12 SET -
Gentile direttore,
già in altri contributi abbiamo evidenziato come il SSN non solo costituisca un bene comune fondamentale per una società, ma altresì un ambito economico sempre più rilevante anche in relazione ai cambiamenti demografici. Indicatore di tale realtà sono i forti investimenti che la finanza e il mondo economico in generale sta facendo in questo settore, in controtendenza invece a quel che fa il decisore pubblico che si ostina e ridurre gli investimenti e i finanziamenti del SSN.
Siamo ormai da tempo in una deriva in cui ampio spazio, in alcuni casi in modo deliberato come in Lombardia dove le strutture sanitarie sono oggi il 50% del totale, si lascia del privato nel SSN e se ne incentiva la crescita.
Una tendenza e una deriva alla privatizzazione che sembra caratterizzare tutti i SSN.
La spesa sanitaria (pubblica e privata) per abitante espressa in dollari è stata nel nostro Paese di 4290 dollari nel corso del 2022, in Germania e’ oltre gli ottomila dollari e in Francia e’di 6500 dollari, secondo dati OCSE. Per la sanità pubblica italiana per il 2025 si prevede una spesa del 6,2% del Pil, molto inferiore alla spesa dei maggiori paesi europei. Di fatto per superare il gap esistente bisognerebbe investire 5-10 miliardi l'anno per 5 anni.
Cresce poi la carenza di personale medico e infermieristico oggi stimabile, per il primo in 30.000 unità diversamente distribuita tra le diverse qualifiche professionali con un picco tra gli urgentisti e i medici di base e di 100000 unità per il secondo. Nonostante questo e a fronte di una popolazione che invecchia le cui necessita assistenziali crescono, continua a permanere il tetto di spesa per il personale sanitario. Un tetto di spesa che invece non riguarda beni e servizi e che consente pertanto assunzione di cooperative private e di medici gettonisti attraverso questo capitolo di bilancio.
Cresce invece l’incremento della spesa sanitaria direttamente sostenuta dai cittadini per l’acquisto disintermediato di servizi sanitari privati out of pocket pari a circa 40 miliardi e corrispondente a più del 20% della spesa sanitaria complessiva.
La deriva della privatizzazione di servizi e strutture del SSNA partire dagli anni '70-80 in tutti i paesi a capitalismo maturo e in risposta a una eccessiva burocratizzazione delle amministrazioni pubbliche è stato avviato un processo di privatizzazione dei servizi pubblici nell'illusione che dall'adozione degli strumenti gestionali dell'impresa privata e dalla competizione degli erogatori si sarebbe coniugata migliore allocazione delle risorse e miglioramento della qualità. Un processo gradualmente esteso a tutti i servizi pubblici compreso esercito e istituti penali che Chiara Cordelli ha definito "privatocrazia".
Il nostro paese non è stato da meno e in sanità si è progressivamente affermata la tendenza a lasciare spazio all‘intervento del privato non solo nei grandi ospedali ma anche nelle strutture per gli anziani, nelle cooperative di medici, negli ambulatori. Secondo alcuni osservatori (GIMBE) siamo di fronte ad una espansione non controllata della sanità integrativa e del settore privato.
Nessuno degli obiettivi che la privatizzazione della sanità si ripropone sono stati raggiunti e oggi sono ben 15 le regioni a rischio commissariamento per non essere riuscite a garantire in modo sufficiente il rispetto dei LEA. Quotidianamente e sempre più frequentemente le persone sono costrette a rivolgersi a strutture private per ridurre le attese per visite d‘urgenza o controlli periodici necessari e non rinviabili nel tempo. Nascono strutture private, vedi il caso di Zingonia, che accelerano la presa in carico di soggetti che non hanno particolari urgenze ( i così detti codici bianchi e verdi) garantendo loro poi controlli specialistici in caso di necessita, ovviamente a pagamento.
Che cosa significa collaborazione pubblico privatoLa presenza del privato nel Sistema Sanitario Nazionale e del privato che lavora a fianco del pubblico è questione contemplata già dalla legge istitutiva del medesimo, principio importante e a nostro parere da difendere. Si tratta di una collaborazione guidata e programmata in cui entrambi i settori pubblico e privato danno il meglio per garantire il buon funzionamento di una risorsa essenziale come Il SSN. Virtuosismi dell’uno e dell’altro sono importanti per garantire nuove modalità operative sempre più efficaci ed efficienti. Collaborazione e competizione che deve stare però dentro a regole pre-definite e partecipate, in cui pubblico e privato sono messi nelle condizioni di offrire il meglio per la salute collettiva e non per perseguire interessi privati. In una programmazione dei servizi che è in grado di definire i volumi delle prestazioni erogate dai soggetti privati di cui il SSN ha reale necessità, partendo dalla massa in comune di tutte le agende di prenotazione
Vantaggi più o meno espliciti a favore del privato non solo non fanno bene alla salute dei cittadini ma non fanno bene neanche all’ economia di un Paese.
Che fareOltre ad aumentare le risorse finanziarie e di personale nel pubblico a partire da quello infermieristico rimuovendo quelle condizioni che generano un crescente burnout e disaffezione fino alla fuga dal lavoro è urgente ridefinire le forme e le modalità di collaborazione fra pubblico e privato, quali spazi e a che condizioni lasciare al privato nell'ambito del servizio sanitario. Come abbiamo già detto serve una programmazione regionale che sia a sua volta applicativa di una programmazione nazionale basata sulla implementazione di reti cliniche assistenziali. Serve dunque riedere la governance e le reti di cura del sistema pubblico per evitare di creare varchi di accesso al privato in modo improprio e che vanno contro l'interesse di un Paese e di una collettività.
Un problema ancora più urgente oggi che il COVID e altre malattie infettive indotte dai cambiamenti climatici (ultimo arrivato il Dengue) rappresentano un pericolo mortale per un sistema sanitario fragile come il nostro.
Roberto Polillo e Mara Tognetti
12 settembre 2023
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