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I numeri delle malattie rare

di Bruno Dallapiccola

11 LUG - Gentile Direttore,
nel presentare il Piano Nazionale delle Malattie Rare (PNMR) 2023-2026 lo scorso 10 luglio al Ministero della Salute, è stato fatto riferimento a 6.000 malattie che rispondono ai criteri della Comunità Europea che fissano in meno di un caso ogni 2.000 persone la soglia della “rarità”. Anche se il criterio adottato in Europa non è universalmente condiviso e, ad esempio, la definizione oscilla tra meno di un caso per 20.000 in Corea e meno di un caso ogni 1.250 negli Stati Uniti, si sta quanto meno trovando un maggiore consenso sul numero complessivo di queste malattie, che è di gran lunga superiore a quello correntemente riportato.

Uno studio del 2020 ha confrontato le informazioni contenute nelle cinque fonti di dati che rappresentano le voci più autorevoli in tema di malattie rare: ORPHANET (database online delle malattie rare e dei farmaci orfani), OMIM (Online Mendelian Inheritance in Man), GARD (Genetic and Rare Disease information centre), DOID (Disease Ontology), NCI Thesaurus (National Cancer Institute Thesaurus) (Haendel et al, Nature Review Drug Discovery, 2020;19:77-78). Premesso che 6.370 malattie sono presenti in almeno tre dei suddetti database, 4.023 malattie sono presenti solo in singoli database. Combinando queste informazioni emerge un numero complessivo di 10.393 malattie rare, un numero che altri studi suggeriscono possa addirittura essere sottostimato (Bamshad et al, Am J Hum Genet, 2019;105:448-355; Smith et al, iScience 2022;25:104698).

La rivoluzione genetica sta impattando significativamente sullo studio e sulla nosologia di queste malattie, che in almeno l’80% dei casi riconoscono una causa genetica, e che le tecniche di sequenziamento del genoma contribuiscono a sotto-classificare. A questi numeri si devono aggiungere quelli dei malati rari senza diagnosi, che, per definizione, sono affetti da una malattia rara o ultra-rara; una comunità di milioni di persone a livello mondiale (6% dei malati rari globalmente considerati), molti dei quali potrebbero essere affetti da una condizione non ancora catalogata.

Riportare i numeri nelle giuste dimensioni obbedisce non tanto ad un’esigenza formale quanto piuttosto è utile a sottolineare le dimensioni sociali della rarità, la complessità dell’inquadramento e della presa in carico di queste malattie, spesso multisistemiche, croniche e progressive. In questo contesto, il nuovo PNMR porta elementi di novità in grado di guardare in maniera complessiva alle persone affette da malattie rare e di dare risposte concrete ai loro bisogni. Per questo, sarà importante vigilare sulla sua completa attuazione.

Bruno Dallapiccola
Direttore Scientifico Emerito
Ospedale Bambino Gesù, IRCCS

11 luglio 2023
© Riproduzione riservata

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