Morti improvvise. Legge su DAE di grande civiltà, Italia pioniera in Ue
di Silvia Scelsi
11 MAG -
Gentile Direttore,il recente decreto dei Ministeri della Salute e dello Sport che aggiorna le disposizioni sull’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) da parte delle società sportive è un passo in avanti significativo verso l’attuazione della legge 116/21 sui DAE, entrata in vigore nell’agosto del 2021, e verso la tutela della salute di tutti i cittadini che praticano attività sportiva.
Il decreto attua infatti uno dei passaggi chiave della legge, prevedendo che le società sportive sia professionistiche che dilettantistiche si dotino e utilizzino i defibrillatori (semiautomatici e automatici) non solo durante le competizioni ma anche durante gli allenamenti. In pratica nei centri sportivi dove sono attive queste società, che sono frequentati anche da gente comune e non solo da professionisti, dovrà esserci il DAE a beneficio di tutti i presenti. Se si considera che le società e le associazioni sportive in Italia sono oltre 120.000, si intuisce che la novità è rilevante e può portare a un cambio di passo nella gestione dell’arresto cardiaco.
La legge, inoltre, prevede che i DAE installati siano registrati alla centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118, a cui devono essere comunicati esatta collocazione del dispositivo, caratteristiche e orari di accessibilità al pubblico. Per le società sportive che utilizzano spazi di impianti pubblici, infine, c’è l’obbligo di condividere il DAE con coloro che utilizzano gli impianti stessi.
L’auspicio è che a questo decreto possano seguire presto anche gli altri decreti di attuazione a cui il Ministero della Salute sta lavorando di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte, in quanto necessari a rendere pienamente operativa la legge sui defibrillatori.
E’ importante sottolineare che l’utilizzo del DAE si deve inserire all’interno di una catena di azioni che vede coinvolti in modo organico e funzionale i cittadini che assistono a un arresto cardiaco e gli operatori sanitari addetti ai soccorsi. Le misure previste dalla Legge 116/2021, come l’introduzione anche dell’utilizzo del DAE e delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare nella formazione sul primo soccorso a scuola, la maggiore diffusione dei DAE nei luoghi pubblici, l’introduzione di un’applicazione unica a livello nazionale per la loro geolocalizzazione e l’obbligo per il 118 di dare le istruzioni al telefono al soccorritore occasionale sulle manovre di rianimazione, vanno proprio in questa direzione e per questo è essenziale metterle in campo per raccoglierne i frutti.
Come rappresentante di una società scientifica impegnata nella ricerca, nella formazione e nella sensibilizzazione sulla rianimazione cardiopolmonare, posso ribadire la disponibilità a lavorare con le istituzioni coinvolte e a fornire tutto il supporto tecnico utile alla definizione dei nuovi decreti.
Questa legge è un momento di grande civiltà e si basa sul principio che un cittadino consapevole può inserirsi in modo significativo nella catena dei soccorsi e, con l’aiuto degli operatori sanitari, incidere positivamente sulla sopravvivenza di chi è colpito da arresto cardiaco. Uno studio danese ha analizzato gli arresti cardiaci extraospedalieri tra il 2005 e il 2019 e ha riscontrato una relazione positiva tra l’aumento della sopravvivenza e la crescita del numero di cittadini che ha partecipato ai corsi sul primo soccorso. Il rapporto osservato è un aumento del 14% della sopravvivenza a fronte di una crescita del 5% del tasso di partecipazione ai corsi. La sopravvivenza, che era di 2,1 su 100.000 abitanti nel 2005, è salita a 10,6 nel 2019.
L’Italia con questa legge è stata pioniera tra gli stati europei nell’introdurre la cultura della rianimazione cardiopolmonare e l’uso dei DAE. In questo solco è importante completare il percorso in quanto la salute è un sistema nel quale la parte principale la esercitano dei cittadini consapevoli.
Silvia ScelsiPresidente di Italian Resucitation Council (IRC)
11 maggio 2023
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