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Scuole di specializzazione: purtroppo non vengono misurate e valutate

di Massimo Minerva

27 FEB -

Gentile Direttore,
c’è molta attenzione sulla formazione degli specializzandi. Lo studio Anaao pubblicato qualche giorno fa è uno dei modi di leggere la situazione. La visione di quello studio è rivolta al problema dell’appeal che le diverse specializzazioni hanno, ma una delle ragioni dello scarso appeal di certe singole scuole è la scarsa qualità percepita da chi deve scegliere le scuole.

A tal proposito è possibile anche leggere i dati del concorso con l’occhio alle singole scuole (vedi analisi). La graduatoria è unica e si può quindi quantificare l’appeal delle singole scuole in base alla posizione detenuta da coloro che scelgono quelle scuole.

Il metodo scelto è stato quello di selezionare i primi 5 che hanno scelto una certa scuola (specializzazione e sede) nel concorso 2022, e calcolare la media della posizione che occupavano in graduatoria. Più basso è questo numero, più alte sono le posizioni in graduatoria di coloro che hanno scelto quella scuola.

Lo “score” è il rapporto tra la media di posizione di tutti coloro che hanno scelto una certa scuola e la media delle scuole di quella tipologia. Se si supera 1, la singola scuola sta sopra la media delle scuole analoghe: ogni scuola ha quindi una posizione “relativa” nei confronti delle altre scuole.

Ma perché ci sono così importanti differenze tra le diverse scuole? Una delle ragioni è che purtroppo le scuole non vengono misurate e valutate. L’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica accetta dichiarazioni delle scuole su strutture non esistenti ed attività improbabili. Abbiamo scuole di specializzazione la cui sede non ha Pronto Soccorso, scuole di ginecologia senza sale parto ed università ben rappresentate in Osservatorio che controllano se stesse. Il quadro che ne esce da questa elaborazione invita ad una riflessione sulla possibilità di una valutazione delle scuole anche in relazione a questi dati, sempre che ce ne sia la volontà.

Gli orari il più delle volte non conformi degli specializzandi dimostrano che non vengono rispettate le leggi italiane sugli orari di servizio di tutti i lavoratori (compresi i medici specializzandi) ed il loro utilizzo da parte delle strutture universitarie, spesso per coprire carenze persino di personale impiegatizio oltre che sanitario, è una pratica diffusa, mai ammonita dagli organismi che avrebbero l’obbligo istituzionale di monitorare la qualità delle scuole. Il mancato rispetto del decreto Calabria da parte dei direttori delle scuole è un altro fattore che probabilmente viene tenuto in considerazione nelle scelte. In tutti questi casi si tratta di mancato rispetto delle leggi dello Stato italiano.

L’invito è quello di non considerare la situazione degli abbandoni e non assegnazioni dei contratti di specializzazione come fattori ineluttabili. Abbiamo i dati e le informazioni che permetterebbero di agire se ci fosse la volontà.

Dott. Massimo Minerva
Presidente Associazione ALS



27 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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