Gentile Direttore,
in qualità di professionista sanitario laboratoristico, ho lavorato tantissimi anni (il massimo possibile grazie alla iniqua Fornero) nella Sanità sia pubblica che privata, attraversando i tempi delle Mutue, delle UUSSLL e poi delle AASSLL.
Mi permetto pertanto di intervenire "per vissuto" sulle interpretazioni date dal dr. Cavicchi, sul "mors tua vita mea" tra Sanità Pubblica e Privata italiana.
A mio parere tutto è andato peggiorando, sia per il pubblico che per il privato ed a cominciare dall'assistenza sul territorio, terzo vero baluardo dopo:
-la cura della propria salute da parte di ogni singola persona ...
-i medici di M.G. contro l'assalto alla diligenza dei poveri ospedali.
L'assistenza sanitaria, dicevo, è andata sempre peggiorando, specie al sud (e non è un caso ma una evidenza socio-culturale pur storicamente obbligata), almeno da quando con le UUSSLL furono costituiti i comitati "politici", di gestione, con spartizione cencelliana delle cariche negli stessi comitati che diventarono dei veri e propri parlamentini permettendo ai partiti ed ai sindacati di mettere le mani nella cioccolata della grande torta del bilancio sanitario, nazionale e regionali, nella gestione corrotta dei concorsi pubblici, avvisi pubblici, gare di forniture e tanto altro utile a creare comunque sudditanza politica.
E' questa la vera grande marchetta che si continua a pagare, che continuiamo a pagare tutti noi e riguarda i costi nella Sanità della politica nazionale e dei politici del territorio ed aggiungerei, purtroppo con la condiscenza, spesso "gialla", dei sindacati.
Domanda... può il sistema sanitario gestito politicamente e quindi soggetto a votazioni nazionali, comunali, regionali ed altro, avere un comportamento di tipo aziendale?
Può una Sanità pubblica essere soggetta quindi e indissolubimente a leggi di mercato? Ho fatto la domanda e mi faccio anche la risposta, NO, mai potrà mai averla!
Rosario De Falco