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L’odissea della rete ospedaliera abruzzese

di Antonio Ciofani, Fiorella Cesaroni

17 FEB -

Gentile Direttore,
la triste vicenda della (mancata) Rete Ospedaliera della regione Abruzzo, già oggetto di altri nostri interventi, si è arricchita a dicembre scorso di un altro capitolo che le fa mantenere il primato di UNICA regione (tranne Molise e Val D’Aosta) priva di Ospedali di 2° livello e agli abruzzesi quello di unici cittadini privi del relativo servizio SALVAVITA rappresentato dai DEA di 2° livello (DEA = Dipartimento Emergenza Accettazione). Continua anche ad essere assicurata, dal punto di vista programmatorio e assistenziale generale, la persistenza di un sostanziale status di periferia sanitaria per tutto il territorio.

Ci sono già state infatti otto non validazioni (bocciature) del Tavolo Interministeriale Salute-Economia e Finanza in sette anni. L’ultima a febbraio 2022 da parte dello specifico “Tavolo DM 70”, deputato appunto alla specifica valutazione della rispondenza delle Reti Ospedaliere al Decreto Ministeriale: il relativo Verbale contiene la perentoria ingiunzione di individuare almeno un Ospedale (e quindi un DEA) di 2° livello. Invece politici e tecnici della regione hanno allestito ed inviato al Tavolo un’ennesima proposta di Rete Ospedaliera monca, 8 Ospedali di 1° livello e nessuno di 2° : un’ostinata condotta elusiva delle normative che non può essere più tollerata e che, va specificato, è equamente attribuibile alle due Giunte Regionali che si sono succedute negli ultimi anni.

La difficoltà di fondo da segnalare è che la Regione Abruzzo non riesce a recepire l’elementare principio della moderna medicina ospedaliera, molto ben esposto ed evidenziato dal DM 70, dell’organizzazione secondo livelli gerarchici di complessità delle strutture ospedaliere. E precisamente, prescrive il decreto, in tre livelli. L’Abruzzo non riesce ad andare oltre i due!

Ma c’è un barlume di (finta) luce nella parte terminale del documento: viene per la prima volta in 7 anni riconosciuto che i DEA di 2° livello devono avere un’unica sede fisica e non le alte specialità dislocate in vari ospedali come finora scritto. Però il Cronoprogramma ne prospetta l’individuazione tra 24 mesi, abbondantemente nella prossima consiliatura regionale. E così la giostra a danno dei cittadini continua.

La soluzione del gravissimo stallo viene paradossalmente dall’Assessore alla Salute in carica Nicoletta Verì, che il 10 febbraio ha annunciato il commissariamento dei direttori generali delle Asl abruzzesi che non provvederanno a recepire tempestivamente gli atti di programmazione regionale. Ma anche il ministro della Salute Orazio Schillaci oggi 6 febbraio ha dichiarato al quotidiano Libero che “ .. il ministero dovrebbe poter cacciare chi non rispetta i parametri generali”. Dato che il DM 70 è un parametro generale clamorosamente non rispettato da anni dalla regione Abruzzo, questa deve essere commissariata o bisogna cacciare qualcuno? a voi le conclusioni.

Antonio Ciofani

Portavoce Consulta Clinica per il DEA di 2° livello

Fiorella Cesaroni
Assoc. Tutela Malati - Coordinamento Associazioni dell’Utenza



17 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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