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Assistenza infermieristica domiciliare, il primo studio italiano CERSI-FNOPI

di Marina Vanzetta

30 GEN -

Gentile Direttore,
l’aumento della popolazione anziana che, secondo dati ISTAT, vedrà gli over 65 passare da 14milioni e 46 mila del 2022 a circa 19 milioni nel 2042, l'aumento delle malattie cronico-degenerative, della conseguente complessità assistenziale e, quindi, del carico di lavoro a livello comunitario domiciliare, rendono urgente la descrizione dell’ambiente di lavoro e della realtà assistenziale italiana di comunità. La messa a terra della ridefinizione normativa dell’assistenza territoriale e l’introduzione dell’infermiere di famiglia e di comunità, che ricoprirà un ruolo chiave nell’assistenza sociosanitaria integrata, non possono prescindere dall’analisi della attuale realtà in termini di risorse, bisogni, risultati assistenziali, sicurezza e qualità delle cure.

In letteratura è stato dimostrato che esiste una chiara associazione tra il rapporto numerico di pazienti per ogni infermiere e la mortalità o l’aggravamento di salute del paziente. È crescente, inoltre, in maniera esponenziale la domanda di assistenza infermieristica a casa o “più vicino a casa”, ma qual è il punto di partenza? Qual è lo scenario oggi?

Da queste considerazioni di fondo prende il via il primo studio nazionale del Centro di Eccellenza per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Infermieristica (CERSI) della Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche (FNOPI). Lo studio coinvolge tutte le regioni italiane e, attraverso la raccolta dei dati dalle strutture che sul territorio nazionale di occupano di assistenza domiciliare, dagli infermieri, dai pazienti, dai familiari e dai caregiver, vuole fotografare a tutto tondo l’assistenza infermieristica a domicilio.

L’analisi dei diversi contesti assistenziali territoriali nazionali consentirà di aumentare la conoscenza e la consapevolezza del bisogno di assistenza sanitaria comunitaria. La disponibilità di dati specifici potrà promuovere e supportare la figura dell’infermiere di famiglia e comunità negli ambiti di assistenza sanitaria territoriale, in modo da aumentare la qualità assistenziale percepita dai pazienti e le loro famiglie.

Oltre ai dati numerici, con questo studio, si potrà contare anche su informazioni da parte dei familiari, dei caregiver e dei pazienti sull’assistenza ricevuta e sulla loro percezione di presa in carico. I risultati dello studio potranno essere un strumento capace di promuovere cambiamento e orientare le decisioni politiche verso i bisogni dei cittadini.

Marina Vanzetta

L’Infermiere Online



30 gennaio 2023
© Riproduzione riservata

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