Gentile Direttore,
l’intervento di Saverio Proia su QS del 12 dicembre scorso è stato importante come richiamo di alcuni punti essenziali per la salute pubblica che non sempre sono presenti nella mente dei nostri legislatori. Il rapporto OMS Europa citato, poiché la metà degli abitanti del nostro Paese avrebbe bisogno di interventi riabilitativi, sottolinea la necessità che la riabilitazione sia disponibile nelle strutture sanitarie primarie, laddove viene gestita la maggior parte dei casi di malattia cronica.
E’ giusto e importante che tutto ciò venga richiamato dal neo Ordine dei Fisioterapisti, a cui noi fisiatri diamo il benvenuto, e che apprezziamo come iniziativa, in quanto i fisioterapisti sono nostri importanti collaboratori nella quotidianità.
Nell’intervento di Proia viene giustamente sottolineato come sia ancora troppo poco diffusa la conoscenza dei benefici della riabilitazione per il guadagno di anni di vita in salute, ma soprattutto, io aggiungo, in funzionalità e in attività e partecipazione alla vita sociale.
Fa bene Proia a stupirsi che non venga sufficientemente considerata la carenza attuale, oltre che di figure mediche, sia Medici di Medicina Generale che specialisti, anche di fisioterapisti, logopedisti, di terapisti occupazionali ecc. in relazione alle nuove esigenze della popolazione italiana, legate cioè all’invecchiamento e alle attuali e migliori possibilità di sopravvivenza alle malattie e ai traumi.
Ovviamente sono tutte professioni importanti e carenti, estremamente necessarie per la riabilitazione.
Siamo tutti d’accordo che sia necessario che la riabilitazione diventi parte integrante e centrale nei LEA e che rappresenti un investimento, e non una spesa per il nostro Paese, diventandone un servizio sanitario essenziale disponibile a tutti, indipendentemente dall’area geografica e dal reddito, cioè accessibile in uguale misura in tutto il Paese, soprattutto nel territorio, come ci si augura sia nella mente dei programmatori sanitari e dei legislatori, soprattutto in questi momenti di progettazione del PNRR.
Occorre allearci in questo progetto.
Ma non si trascuri una fondamentale visione d’insieme di questi interventi per la salute nella cronicità: in riabilitazione si lavora in team, per non cadere nell’inappropriatezza, nello spezzettamento e nella discontinuità degli interventi, con il rischio di costi maggiori e, più importante, della perdita di efficacia e di efficienza degli interventi, sia pure individualmente ben condotti.
Occorrono buoni professionisti, preparati e formati, ognuno per le proprie competenze, a costituire il team riabilitativo, che rappresenta la modalità di approccio qualificante e propria della riabilitazione, lavoro assai complesso che viene coordinato dal fisiatra, lo specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa che è l’unica disciplina medica focalizzata nel superamento dei disturbi di funzionamento, nella disabilità.
Il team e il fisiatra devono garantire ai cittadini, con la necessaria informazione e trasparenza, la validità scientifica e clinica dell’offerta riabilitativa evitando la frammentazione del percorso riabilitativo e l’autoreferenzialità.
Il compito del fisiatra, come responsabile e garante dell’appropriatezza delle prestazioni in ogni fase del percorso riabilitativo delle persone con disabilità, deve sempre svolgersi in stretto collegamento col Medico di Medicina Generale, per costituire la rete territoriale, che è quella più vicina alle persone affette da malattie croniche e con disabilità di qualsiasi gravità, in naturale e stretta continuità col contesto di vita del paziente.
E ‘importante il lavoro sinergico di tutti i professionisti della riabilitazione e del fisiatra con tutti i professionisti della riabilitazione e con i Medici di Medicina Generale, per svolgere nel migliore dei modi, efficacemente ed efficientemente, l’importante compito della riabilitazione.
Donatella Bonaiuti