Giovani medici ancora una volta “tappabuchi”
di FederSpecializzandi
10 DIC -
Gentile Direttore,
nei giorni scorsi il neo-Ministro Schillaci ha annunciato al Parlamento la road map con le principali azioni che questo Governo intende attuare in termini di politiche sanitarie. Siamo rammaricati nel rilevare l’assenza di riferimenti ad interventi sulla formazione medico specialistica ad eccezione di un accenno al numero di contratti di specializzazione già stanziati a partire dal 2020 con il PNRR; rimarcando, inoltre, che parte di questi sia rimasto inutilizzato, specialmente in quei settori in cui è maggiore la carenza di specialisti sull'intero territorio nazionale.
Per tale ragione - pur comprendendo la rilevanza delle riforme introdotte con il DM 77 - non possiamo non constatare lo scarso interesse manifestato dal Governo nei riguardi di una riforma della formazione medica specialistica. Siamo lieti che il Ministro Schillaci riconosca l'esistenza di uno stato di profonda sofferenza del SSN, dovuta principalmente alla grande carenza di personale. Assistiamo però nuovamente agli ennesimi tentativi di risoluzione lacunari e non organici a questo problema.
In particolar modo, ci riferiamo all'approvazione dell'emendamento con cui i medici potranno rimanere in servizio su base volontaria fino a 72 anni, bloccando potenzialmente le progressioni di carriera di molti (e di fatto rendendo ancora meno attrattivo il SSN), così come alla proposta di fare ruotare tutti i medici specializzandi per i pronto soccorso d'Italia al solo scopo di riempire vuoti nelle piante organico senza individuare percorsi formativo, mirando esclusivamente al risparmio per l'erario regionale.
Tali posizioni, a nostro giudizio, si muovono nella direzione opposta alla programmazione che da anni invochiamo, che dovrebbe invece basarsi sui fabbisogni di salute aggiornati e non su una reiterazione del passato nel futuro sulla base del "si è sempre fatto così". Migliorare le condizioni lavorative del personale sanitario, potenziare le tutele, garantire le possibilità di carriera, facilitare un equilibrio reale tra la vita privata e quella lavorativa, prevedere adeguate remunerazioni devono essere provvedimenti prioritari, in particolar modo nelle aree carenti.
Non solo: abbiamo più volte ribadito come sia necessaria cura e attenzione per la formazione medica specialistica, che i cambiamenti che la riguardano debbano essere fondati su evidenze e condivisi sempre con i portatori di interesse. E’ pericoloso, in particolar modo in un momento di carenza di specialisti, pensare che il peso del problema possa essere riversato integralmente sui medici specializzandi; ma soprattutto non può essere la ragione per cui svilire ulteriormente i percorsi formativi già messi a dura prova dall'emergenza pandemica. Sottolineiamo che il problema è diffuso e condiviso a livello Europeo: anche l'European Junior Doctors Association ha recentemente espresso le medesime preoccupazioni per il tentativo di risolvere i problemi dei servizi sanitari europei sulla pelle dei più giovani.
I giovani medici sono una risorsa importante e crediamo che il loro ruolo sia fondamentale anche e soprattutto in questo particolare momento: è evidente come non ci siamo mai tirati indietro per rispondere alle emergenze e alle necessità contingenti e continueremo a farlo. Tuttavia, è necessario da subito investire sul sistema formativo post-lauream italiano, non poichè risorsa di personale da utilizzare nel momento di crisi, ma come presente e futuro del SSN: valorizzando l’acquisizione delle competenze, la necessaria supervisione e tutoraggio, migliorando le condizioni lavorative e gli ambienti di formazione, costruendo un sistema che realmente porti ad un’acquisizione di autonomia e responsabilità crescenti, adeguando l’impianto contrattuale coerentemente alla sanità post-COVID.
Non possiamo pensare di continuare a chiedere ai giovani di "tappare i buchi" senza dare prospettive di miglioramento del sistema in cui sono e in cui saranno inseriti. Il rischio di abbandono, di burnout e di perdita di fiducia nel sistema formativo e lavorativo sono dietro l’angolo.
FederSpecializzandi, dunque, invita quindi i Ministeri competenti ad aprire dei tavoli permanenti dove trovare soluzioni condivise nella tutela prima di tutto della Salute della popolazione, che delle parti coinvolte, invitando le associazioni di categoria tutte ad una proficua collaborazione.
FederSpecializzandi
10 dicembre 2022
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore