Le tecnologie che stanno invadendo la prassi medica sono di aiuto al medico o surrettiziamente lo sostituiscono?
di Alexander Peirano, Antonio Panti
09 DIC -
Gentile Direttore,in un recente Convegno della FNOMCEO, tenutosi a Roma, si è dibattuto sull’aggiornamento del codice deontologico, reso necessario dalle sfide che le tecnologie avanzate e l'intelligenza artificiale pongono alla professione medica e odontoiatrica.
Pochi giorni prima la Commissione Odontoiatrica Nazionale aveva inviato una circolare agli Ordini perché vigilassero sulle problematiche sollevate dagli allineatori ortodontici e per sensibilizzare gli iscritti sull’uso di tecnologie innovative che sollevano un attualissimo e grave dilemma: queste tecniche mirabili semplificano la professione oppure sostituiscono il medico?
La questione è reale e concreta: questa tecnica degli allineatori ortodontici applicati in forma di telemedicina è già attuata nella nostra città e il Presidente della Cao di Firenze ha avuto l’opportunità di chiedere ad un collega coinvolto nella vicenda di esporre la sua esperienza. Il resoconto di questa prassi riveste un indubbio interesse.
Tutto inizia con l’intuizione di due colleghi tedeschi che danno vita a una società, una sorta di start up, successivamente acquisita da una multinazionale che opera nel settore dentale e che attua un’aggressiva campagna pubblicitaria, prevalentemente sui social, al fine di reclutare possibili pazienti, sollecitati dalla suggestione di una estetica migliorata mediante l’uso di questi allineatori.
Successivamente a questa campagna pubblicitaria la società ha contattato in diverse città alcuni odontoiatri disponibili a sottoscrivere un contratto in questi termini:
l’odontoiatra che accetta riceve un compenso fisso a titolo di disponibilità dei suoi locali e un onorario a prestazione (ad esempio la visita o lo stripping); inoltre riceve un'apparecchiatura per catturare le impronte dei pazienti attraverso lettori ottici, tre iPad, e l'assistenza tecnologica per tutta la procedura. In tal modo l’odontoiatra è pronto a ricevere i pazienti inviati dalla società, coloro che hanno risposto alla predetta pubblicità diffusa su tutto il territorio nazionale.
Ciascun paziente viene visitato, ne viene valutata l’idoneità a ricevere il trattamento con gli allineatori e se ne prende l'impronta con la tecnologia digitale messa a disposizione. Il file dell’impronta è inviato alla società in Germania.
Il paziente, a questo punto della procedura, esegue sul suo cellulare il download di una apposita app messagli a disposizione dalla società. Sullo stesso cellulare il paziente riceverà il preventivo e un rendering di come potrebbe risultare la sua estetica alla fine del lavoro.
Se accetta gli verranno inviate a domicilio una serie di mascherine che, indossate in successione, dovrebbero garantire il risultato voluto. Le mascherine dovranno essere gestite dal paziente secondo le regole formalmente prescritte dalla società. I controlli sono effettuati tramite fotografie inviate attraverso l’app dal paziente che, se ha dei dubbi, può ricorrere ad una ulteriore visita presso il dentista che ha messo in moto la procedura.
Il paziente può ricorrere al dentista ove gli siano prescritte dal sistema procedure ulteriori come, ad esempio, il posizionamento di alcuni attacchi specifici o lo stripping per acquisire spazio interdentale.
Finito il ciclo, il paziente si potrà recare nuovamente dal dentista per il posizionamento di eventuali elementi di contenzione al fine di mantenere nel tempo il risultato o chiedere di ottenere ulteriori miglioramenti estetici. Ove il paziente non sia soddisfatto del risultato la sua richiesta verrà inviata alla società in Germania e valutata sulla base di quanto il suo comportamento sia stato aderente alle regole stabilite dalla società.
Questa sintetica relazione dei fatti induce alcune considerazioni:
- “L’allenatore ortodontico” è un presidio sanitario e non estetico
- Non è chiara la responsabilità del dentista che rileva l’impronta rispetto al risultato finale
- Ugualmente non è chiara la responsabilità del dentista sia per il piano terapeutico che per la diagnosi
- Non è chiaro in caso di contenzioso chi risarcisce
- In che modo è tutelata la privacy
- Comunque appare una disintermediazione del rapporto medico-paziente
Questo episodio è significativo dell’evoluzione della medicina e induce qualche considerazione generale. La prima riflessione è la consapevolezza che questa strada è irreversibile; nessuno pensi di fermare il travolgente sviluppo della tecnica e la trasformazione della professione. Non è un futuro facile perché la società da un lato pretende ancora il medico amico e empatico dall’altro vuole che il medico disponga delle più sofisticate tecnologie.
Tuttavia questo destino non può essere supinamente accettato trasformando il medico in un banale servitore della tecnica. Vi sono alcune questioni irrinunciabili. La prima è la tutela dell’interesse del cittadino. La politica e il diritto debbono individuare presto norme cogenti e basti pensare ai risarcimenti. La seconda è la questione professionale: adattare i percorsi clinici a quella che potremmo chiamare “telemedicina globale” garantendo il best interest del paziente. Infine vi è un problema deontologico rispetto al ruolo del medico inserito in questa catena di eventi tra autonomia professionale e sicurezza del paziente.
Si torna alla domanda iniziale: le tecnologie che stanno invadendo la prassi medica sono di aiuto al medico o surrettiziamente lo sostituiscono?
Alexander Peirano Presidente CAO Firenze Antonio PantiGià Presidente Ordine Firenze
09 dicembre 2022
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