Gentile Direttore,
eccoci arrivati a fare gli auguri e parlare del nuovo Ministro della Salute, un medico, un ricercatore ed un qualificato professore universitario, per promuovere in Italia ancora una volta i Diritti Sanitari LGBTI.
Bisogna dire che il Ministro Schillaci ha gestito come Preside della Facoltà di Medicina e Rettore, l'Università di Tor Vergata e che proprio sotto la sua reggenza è stato approvato il sostegno agli studenti transgender tramite la carriera Alias.
È da qui che vogliamo partire, con l'appello in questi giorni condiviso da ILGA, affinché sia usato ICD-11 in tutti i Paesi del mondo.
In Italia occorre promuoverlo subito anche per il Fascicolo Sanitario Elettronico, eliminando il famigerato ed obsoleto ICD-9 CM finora previsto.
Sarebbe qui complesso spiegare le ulteriori richieste sanitarie a tutela delle persone Transgender, ma sono tutte conseguenti alla depsichiatrizzazione del Transgenderismo attraverso ICD-11.
Finora tutte le note AIFA derivano dalla legge 164 del 1982, scritta in assenza di tutte le conoscenze scientifiche anche in ambito di Neuroimaging ed Epigenetica nel merito. Il Ministero del Rettore Schillaci può sicuramente rendere il nostro un Paese all'avanguardia anche scientificamente nel merito.
Passiamo allora a promuovere un'altra istanza sanitaria, a tutela dei neonati intersessuali, per i quali non è appunto possibile decidere il genere e nella realtà dei fatti la attribuzione al sesso maschile o femminile è oggettivamente un falso in atto pubblico, che permette le inaccettabili Mutilazioni Genitali a Neonatə Intersex.
Chiediamo di rispondere urgentemente alle due note avverse all'Italia da parte delle Nazioni Unite, l'ultima del 2019, affinché almeno la Anagrafica Sanitaria se non il Codice Fiscale, fin dalla nascita garantiscano il riconoscimento del terzo genere (appunto Intersessuale).
In questo modo non solo potremo finalmente impedire le Mutilazioni Genitali a Neonatə Intersex ma anche permettere i necessari studi epidemiologici sulla loro salute lungo l'arco di vita.
Per il diritto alla salute delle persone omosessuali e bisessuali le nostre richieste si limitano a:
1) Divieto di Terapie Riparative, da includere nella Deontologia Professionale Medica e nel CCNL,
2) ma soprattutto all'Obbligo Formativo in Medicina Psicologia Infermieristica di Genere LGBTI in tutte le facoltà sanitarie.
Nel merito vorremo ricordarne la necessità della Formazione nell'ambito della Salute Mentale dove si è dimostrato che solo il sostegno delle Psicoterapie Affermative, non solo alle persone LGBTI ma anche ai loro genitori, soprattutto quindi in infanzia e adolescenza, permertono di ridurre i comportamenti a rischio, migliorare la propria salute mentale ed evitare il rischio suicidario.
Al contrario ogni tentativo di modificare orientamento sessuale e identità di genere causa una grave perdita di vite umane e danni alla salute mentale e fisica di minori prepuberi, adolescenti, adulti e anziani LGBTI.
Abbiamo bisogno che il nuovo Ministro della Salute, Orazio Schillaci, riconosca così i Diritti alla Salute delle persone LGBTI finora ignorate. Sono piccoli passi che permetterebbero di migliorare la vita ai genitori di neonati intersessuali, transgender, omosessuali e bisessuali, oltre che alle persone LGBTI, dalla nascita al fine vita.
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY aps