Gentile Direttore,
terminate le prove di ammissione alle Facoltà di medicina che, per 14.470 posti disponibili, hanno coinvolto 65.000 giovani cimentati con 60 quesiti, Le affidiamo alcuni sintetici pensieri e una conclusione:
1) abbiamo ragazzi troppo poco preparati;
2) abbiamo una commissione che ha selezionato domande impossibili”, così commenta un collega[2];
1) non è tanto importante valutare la pertinenza tra il quesito (nespole ed epitelio) e la futura professione;
2) importa il valore predittivo positivo del test nei confronti della professione futura. A questo bisognerebbe rispondere, perché il successo professionale non va confuso col successo scolastico che non discende dalla premessa costituita dal test d’ingresso;
1) il valore nozionistico della prova;
2) attribuire analoghi punteggi a domande di diversa natura;
3) privilegiare la tecnicalità a scapito di altre dimensioni (deontologia, bioetica, metodologia, problem solving…)[3];
1) sono poche le domande di comprensione del testo, anche se il futuro collega posizionatosi primo le ha identificate come la parte più complessa del test[4]. La comprensione del testo è essenziale per ogni futuro successo, anche se, dalle prove Invalsi 2021[5], tale competenza nei giovani è lacunosa;
2) le motivazioni alla professione, irrinunciabili per ogni futuro successo, non sono state esplorate;
1) il World Summit on Medical Education di Edimburgo 1993 raccomandava di selezionare i futuri medici anche sulla scorta di attitudini non cognitive[7];
2) la Società italiana di pedagogia medica (SIPeM), ha licenziato nel 2015 le sue “cinque pratiche a rischio d’inappropriatezza”[8]. La quinta pratica titolata: “Non utilizzare unicamente test di tipo cognitivo ed a prevalente indirizzo biologico per la selezione all'accesso ai corsi di laurea o specializzazione”, recita: “Una selezione all’accesso basata unicamente sulla valutazione di conoscenze introduce distorsioni di tipo socio-economico e geografico che finiscono per ripercuotersi sulla equità delle cure. Inoltre questo tipo di test, legati unicamente al modello biomedico, non considera fattori di tipo attitudinale, vocazionale e capacità attinenti alla sfera bio-psico-sociale che non sono meno rilevanti nella pratica delle professioni mediche. Esiste una vasta e crescente letteratura internazionale sugli strumenti alternativi disponibili”.
Questo solo si voleva ricordare. Per la professione. Per i malati.
Giacomo Delvecchio
Giuseppe Parisi
Past president SIPeM
Andrea Preda
Direttore Formazione ASST Melegnano e Martesana
Note:
[1] Bensa S., Test di medicina, Marco Zenari supera tutti: è suo il punteggio migliore d’Italia, https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/22_settembre_29/test-medicina-marco-supera-tutti-914fb0d6-3fff-11ed-9400-9167ab9430ea.shtml
[2] Medici F., Quiz di medicina serve preparazione o improvvisazione, Quotidiano sanità.it 26 settembre 2022
[3] Delvecchio F., Delvecchio G., L’albero delle nespole, Tutor 2010; 1-2: 63-64
[4] Bensa S., Test di medicina, Marco Zenari supera tutti: è suo il punteggio migliore d’Italia, https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/22_settembre_29/test-medicina-marco-supera-tutti-914fb0d6-3fff-11ed-9400-9167ab9430ea.shtml
[5] Rilevazione nazionale degli apprendimenti 2020-21, https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2021/Rilevazioni_Nazionali/Rapporto/14_07_2021/Sintesi_Primi_Risultati_Prove_INVALSI_2021.pdf
[6] Medicina. Per l’accesso alla facoltà cambia tutto: dal 2023 arrivano i “Tolc”. Ecco il decreto del Mur, Quotidiano sanità.it 28 settembre 2022
[7] World Summit on Medical Education, The Changing Medical Profession, Recomandations, Edimburgh, 8-12-august 1993
[8] http://www.slowmedicine.it/pdf/Pratiche/Scheda%20SIPEM%20.pdf