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Le cose da fare, sul serio, per la sanità

di Marcello Bozzi

30 SET -

Gentile Direttore,

prendo spunto dal programma elettorale della coalizione di centrodx risultata vincitrice alle elezioni del 25 settembre, con particolare riferimento alle argomentazioni “core”  di seguito riportate, raggruppate in tre macro-argomenti per alcune riflessioni:

  1. Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell'organico di medici e operatori sanitari
  2. Riorganizzare la sanità territoriale come previsto dal PNRR e rivedere il DM 70 e integrarlo con il DM 77 e potenziamento degli ospedali pubblici
  3. Riordino delle scuole di specializzazione dell'area medica

Per la parte territoriale – è necessario pensare ai nuovi bisogni della popolazione e alle diverse condizioni socio-economiche. Parliamo di persone sole … con probabili problemi sociali e sanitari non di poco conto.  Inoltre è importante tenere conto della decrescita della popolazione stimata in 58 mln nel 2030 e a 54,1 mln nel 2050, con un rapporto giovani anziani di 1:3 nel 2050, con 10,3 mln di persone destinate a vivere sole nel 2040 (8,6 mln nel 2020.

Il PNRR – Missione 6 – a parte le rivendicazioni di tanti (che hanno ruoli e responsabilità diverse) ha uno sviluppo documentale in grado di rispondere ai nuovi bisogni assistenziali e di “presa in carico” delle persone.  Va reso operativo, con il pesante coinvolgimento di tutti i livelli dell’articolazione organizzativa infermieristica.

Un’attenzione particolare dovrà essere posta alla residenzialità, in troppi casi con condizioni strutturali ed organizzative lontane dagli standard di riferimento e di difficile sostenibilità economica. 

Per la parte ospedaliera -  stante il DM 70, prima di pensare “al nuovo” è necessario avere una chiara fotografia della situazione in essere e gli scostamenti (pesanti) rispetto alla norma. L’impegno dichiarato “riorganizzazione della sanità ospedaliera” è riduttivo e non esplicativo!  La politica deve avere consapevolezza che le evoluzioni scientifiche, metodologiche e tecnologiche (es. robotica, chirurgia e radiologia interventistica, DH, DS, etc.) obbligano lo sviluppo di nuovi modelli e nuovi sistemi di diagnosi, cura e assistenza, di nuovi e diversi spazi di degenza e di servizi, di un sistema “a rete”, tenuto conto sia dell’alta onerosità e della veloce obsolescenza delle tecnologie, sia della casistica interventistica (che si traduce anche nella necessità in una attenta e razionale distribuzione territoriale), a tutela e garanzia degli utenti, dei professionisti e delle stesse aziende.

Relativamente all’incremento di medici e al riordino delle Scuole di Specializzazione di Area Medica, è importante  determinare – a monte -  le necessità   di professionisti  (tipologia e numerosità) per il funzionamento del sistema.

I dati OCSE – per il nostro Paese -  evidenziano una numerosità di medici pari a 4‰ abitanti (la media OCSE è pari a 3,5‰ abitanti). Di fatto si sente sempre molto forte la voce “carenze” ma quasi mai la voce “riorganizziazioni”!

Relativamente al n. degli infermieri non è tanto un problema di aumento dei posti a bando nei Corsi di Laurea, quanto uno scarso “appeal” della professione. La politica deve prendere atto che gli infermieri non ci sono, che stiamo assumendo da altri Paesi (Asia, America del Sud, Est-Europa), che gli infermieri italiani andati all’estero difficilmente rientreranno, … e che è ora di affrontare la questione molto seriamente, in particolare:

Coloro che sono stati chiamati a governare hanno il grande compito e la grande responsabilità di affrontare questioni importantissime rimaste irrisolte per troppo tempo.  Servirà un grosso impegno per un progetto di riorganizzazione (mettere “pezze” non servirebbe a niente), per la gente e per il Paese, e avere tanta forza e tanto coraggio … almeno per cominciare!

Marcello Bozzi

Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED

 



30 settembre 2022
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