Elezioni. Le richieste di Sunas ai partiti
di Salvatore Poidomani
23 SET -
Gentile Direttore,
a due giorni dalle elezioni politiche il SUNAS, Sindacato Professionale degli assistenti sociali, intende richiamare l’attenzione delle coalizioni, dei partiti e dei candidati su alcuni temi riguardanti Welfare, Politiche Sociali, Salute, Sanità, Giustizia, Diritti delle persone, con particolare riferimento alle politiche per la parità di genere e le pari opportunità, basati su una prospettiva di sviluppo e di valorizzazione degli Assistenti Sociali e del Servizio Sociale Professionale.
Chiediamo programmi incentrati su obiettivi specifici, concreti e realizzabili, ma soprattutto azioni e piani concreti nella prossima legislatura, per lo sviluppo e l’attuazione di un Welfare fondato sui Politiche Sociali che garantiscano e rafforzino il sistema e la strutturazione dei Servizi Sociali e Sociosanitari per i cittadini a tutti i livelli nei quali è organizzata la Pubblica Amministrazione, sia centrali (Ministeri Giustizia, Lavoro e Politiche Sociali, Interni, INAIL e INPS) che regionali e locali e nella scuola, attuando appropriati interventi di riorganizzazione e di innovazione, secondo una visione olistica della persona e di integrazione tra tutti i servizi rivolti alla persona e alla comunità. In tale contesto è quanto mai urgente e necessario adottare politiche di riequilibrio tra Nord e Sud del Paese, di superamento delle diseguaglianze territoriali per l'accesso ai servizi, e contrastare i tentativi di privatizzazione e di un anacronistico ritorno ad un ad una visione e ad un approccio caritativo-assistenziale.
Chiediamo altresì la piena attuazione delle azioni di riforma previste dal PNRR per le aree del sociale, della sanità, della salute (Missione 5 e Missione 6), ma anche della giustizia e dell’istruzione, in un’ottica di vero e proprio investimento sociale, duraturo e articolato, ritenendo non più tollerabile la politica dei tagli indiscriminati; mentre va piuttosto realizzata una reale riduzione degli sprechi e una riqualificazione della spesa.
Occorre puntare su processi innovativi in grado di favorire una seria programmazione degli interventi dove finalmente si definiscano e si realizzino i percorsi di integrazione socio-sanitaria, a livello di prevenzione, cura e riabilitazione, sostenuti da appropriate azioni di monitoraggio, di valutazione e verifica, al fine di garantire qualità, efficacia, efficienza e sicurezza delle prestazioni.
In questa prospettiva il ruolo dei professionisti Assistenti Sociali e del Servizio Sociale Professionale è fondamentale e strategico, per i compiti e le funzioni che essi svolgono da sempre rispetto alla promozione, organizzazione e gestione dei servizi alla persona, in grado di garantire un utilizzo mirato, integrato e razionale delle risorse e di fornire adeguati livelli e standard di qualità, efficienza ed efficacia nell’attuazione degli interventi e dei servizi sociali e sociosanitari a favore dei cittadini.
Il nostro osservatorio sindacale è da sempre orientato a seguire e valutare i servizi del territorio, in cui come Assistenti Sociali lavoriamo quotidianamente insieme ai cittadini, spesso in situazioni difficili, con scarse risorse – umane, strumentali e organizzative – cercando di dare risposte ai bisogni e a salvaguardare i diritti delle persone, soprattutto di quelle che vivono condizioni di fragilità, disagio, povertà, esclusione, aggravate dagli effetti negativi della crisi economica e sociale e resi ancora più dure dal conflitto Russia-Ucraina.
La grave emergenza sanitaria dovuta alla diffusione della pandemia Covid-19 ha inoltre reso evidente nel nostro Paese la necessità di ricomporre e rinforzare il sistema pubblico dei Servizi Sociali, finalmente e realmente integrato con il servizio sanitario nazionale, per cui diventa strategico riaffermare il ruolo centrale dello Stato, recuperando una visione di insieme, pur nel rispetto delle prerogative regionali e territoriali.
Al nuovo Parlamento e al nuovo Governo chiediamo di portare avanti i seguenti obiettivi: Per il lavoro e l’occupazione - Politiche attive per il lavoro e l’occupazione stabile, attraverso un piano straordinario di assunzioni, come già avviato dal Governo dimissionario, superando altresì la politica dei tetti di spesa al personale
- Eliminazione del precariato, sia nel settore pubblico che nel privato, che colpisce soprattutto tanti giovani, tra cui molti Assistenti Sociali, spesso costretti a lavorare in condizioni contrattuali inique e di sfruttamento, con rapporti di lavoro atipici, senza adeguate forme di tutela e senza un pieno riconoscimento sia a livello professionale che retributivo. Prevedere l’adozione di norme che favoriscano il riconoscimento del servizio prestato ai fini concorsuali nella PA.
- Adozione di norme più efficaci e severe, e maggiori controlli e vigilanza sui servizi erogati da enti privati, in regime di convenzione o di esternalizzazione, che in molti casi non garantiscono ai cittadini adeguati livelli di assistenza, con ricadute negative sulla qualità delle prestazioni e degli interventi.
- Miglioramento delle condizioni del lavoro nei vari comparti, in particolare nel SSN e enti locali, in un sistema che privilegi i valori professionali e di servizio rispetto a quelli economicistici e aziendali.
- Aumento delle retribuzioni, adeguandole alla media europea, detassazione degli incrementi contrattuali, abrogazione dell’art. 23, comma 2 del decreto 75/2017, cosiddetto “Madia”, che pone un tetto al salario accessorio.
Per i professionisti Assistenti Sociali e il Servizio Sociale Professionale - Riconoscere una nuova centralità alla funzione del Servizio Sociale Professionale prevedendo la sua strutturazione organizzativa e istituendo l’omologa dirigenza (così come attuata già in alcune regioni) nella sanità, negli enti locali, nelle funzioni centrali (Ministeri Giustizia – anzitutto ripristinando la dirigenza di servizio sociale negli UEPE – MLPS e Interno, EPNE: INPS e INAIL) e nel settore privato. In tale contesto, occorre dare attuazione agli Uffici di Piano in tutti gli Ambiti Territoriali Sociali e alle relative competenze, dotandoli di adeguate risorse umane e finanziarie, sotto la guida di Assistenti Sociali Dirigenti.
- Riformare lo stato giuridico della professione Assistente Sociale, con l’aggiornamento della Legge 84/93 e del DPR 328/2001, rafforzandone la formazione e l’autonomia sia sotto il profilo professionale che gestionale, e sviluppando ricerca e specializzazioni. Approvare una norma organica che aggiorni e regolamenti le competenze dei professionisti Assistenti Sociali,
Riformare la formazione accademica degli assistenti sociali al fine di migliorare la qualità delle competenze professionali, necessarie per affrontare la complessità sociale.
Per i cittadini e le comunità
- Lotta alla povertà e all’esclusione sociale, non più o non solo attraverso bonus economici ma con interventi strutturali su servizi, lavoro e politiche abitative, per promuovere l’autonomia delle persone, ma anche dando il giusto riconoscimento alle competenze professionali degli Assistenti Sociali e del Servizio Sociale Professionale.
- Sostegno alle famiglie e all’infanzia, attraverso interventi specifici a favore della natalità, della genitorialità responsabile, con azioni di contrasto alla povertà educativa ed economica e alle diverse forme di vulnerabilità delle famiglie, promuovendo interventi più incisivi a sostegno dei nuclei monogenitoriali, in particolare a supporto di madri e padri separati in condizioni di significativo disagio sociale ed abitativo, favorendo l’effettiva esigibilità dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza previsti dalle norme nazionali e dalle Convenzioni internazionali.
- Contrasto alle varie forme di violenza, di maltrattamento, di abuso fisico e psicologico, di bullismo e ciberbullismo con interventi, soprattutto di prevenzione, a tutela delle donne, dei minorenni e degli anziani, che sono i soggetti più a rischio.
- Politiche organiche a favore di disabili, anziani e non autosufficienti, e delle loro famiglie, in condizioni di fragilità, attraverso l’attuazione di leggi di riforma in grado di garantire un adeguato sistema di interventi domiciliari, territoriali e residenziali, in perfetta integrazione tra interventi sociali e prestazioni sanitarie, incentivando la costituzione di soluzioni abitative alternative all’istituzionalizzazione anche per anziani e disabili, al fine di favorire la piena autonomia della persona, secondo il “progetto di vita personalizzato e partecipato” di ognuno.
Salvatore Poidomani
Segretario Generale SUNAS
23 settembre 2022
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