Gentile direttore,
dopo la norma del DL semplificazioni che a fine luglio ha consentito di rinnovare i contratti di collaborazione e di somministrazione dei lavoratori precari dell’Agenzia Italiana del Farmaco, lo scorso lunedì 12 settembre si sono finalmente riaperte per loro le porte dell’Agenzia. Ma solo fino al 31 dicembre 2022, data oltre la quale si è nuovamente stabilito, per questa amministrazione, il divieto di prorogare o rinnovare i contratti dei precari.
Una situazione paradossale che si perpetua da anni senza che la stessa Agenzia, i Ministeri vigilanti e più in generale la politica - con poche coraggiose eccezioni che hanno levato la propria voce - riescano a mettere in campo misure strutturali in grado di permettere ad un’Agenzia che ha svolto e svolge un ruolo di primo piano nella tutela della salute dei cittadini di capitalizzare il prezioso patrimonio di professionalità ed esperienza rappresentato da questi lavoratori, che si vedono, in alcuni casi da oltre 10 anni, costretti a lavorare e a vivere nell’incertezza del domani.
Eppure, come da noi più volte sottolineato, le risorse finanziarie e gli strumenti normativi per avviare un processo di stabilizzazione esistono e possono essere messi in campo, sulla scorta dell’esperienza di numerose altre amministrazioni, anche nello stesso settore della salute.
Ciò che in realtà è mancato, finora, è da un lato una forte volontà politica di porre rimedio a questo indegno precariato e dall’altro la capacità, o forse la volontà, di programmare e governare il processo di stabilizzazione all’interno della stessa AIFA, da lungo tempo dilaniata da sterili conflitti interni e da inutili bracci di ferro con i ministeri vigilanti.
E così, nei giorni in cui l’approvazione del Decreto “Aiuti bis” consente - in via definitiva - alle pubbliche amministrazioni di avviare le procedure per la progressiva stabilizzazione di migliaia di lavoratori assunti a tempo determinato nel corso delle lunga emergenza pandemica, a questo ormai esiguo gruppo di lavoratori, che hanno contribuito con abnegazione e impegno all’Agenzia di fronteggiare con efficienza le sfide poste dal Covid nel delicato settore della regolamentazione dell’accesso alle cure, si prospetta nuovamente lo spettro della disoccupazione.
In queste settimane di promesse elettorali e di aspre recriminazioni tra gli schieramenti in campo, abbiamo più volte sentito sollevare da diversi esponenti politici la questione del precariato lavorativo nel paese, tuttavia da nessuno abbiamo finora visto avanzare proposte concrete su come attuare un serio piano di superamento del precariato all’interno della Pubblica Amministrazione.
Quello di cui si sente l’urgenza, alle porte di una tornata elettorale che si annuncia caratterizzata da percentuali di astensionismo senza precedenti, non sono le vuote dichiarazioni di intenti, ma precisi impegni e dettagliati percorsi per restituire al lavoro e alla dignità delle persone il ruolo primario che la Costituzione attribuisce loro.
Precari AIFA