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Sul Covid niente allarmismi e paure ma neppure rassicurazioni incoscienti

di Cesare Cislaghi

06 LUG -

Gentile direttore,
certo si ricorderà di quando al tempo dell’epidemia da AIDS (a dire il vero anch’essa non conclusa) ci fu chi per motivi etici (sesto comandamento) osteggiava l’uso del preservativo non considerando che non usarlo significava mettere a rischio la vita altrui (quinto comandamento)? Mi sembra stia succedendo qualcosa di analogo sostituendo ai motivi etici le motivazioni economiche.

Oggi il Sottosegretario alla Salute Costa “rassicura” gli elettori che non verrà introdotta alcuna misura restrittiva perché si mortificherebbe l’economia, ma non considera che centomila contagi al giorno (oggi 132.274), e ogni giorno sempre più positivi per lo più anche sintomatici, seppur per fortuna non gravi, creano condizioni ben peggiorative per l’economia!

Credo che anche che gli attuali contagiati siano molto di più di quelli registrati: molti fanno infatti solo un tampone fai-da-te e altri chiedono comunque di non venir registrati

I ricoveri, sia quelli in area medica che quelli in area critica, e i decessi, tutti sono una percentuale quasi fissa della frequenza dei contagi e quindi in valore assoluto stanno tutti aumentando al ritmo circa del 50% a settimana.

Non si tratta certo di diffondere allarmismi e paure ma neppure rassicurazioni incoscienti: occorre solo dire quale sia la realtà e quindi cosa sia più opportuno fare e come comportarsi.

Qual è allora il danno economico del reintrodurre la mascherina in ambiente chiuso, qual è il danno per la società nell’invitare a non esagerare con inutili e superflui assembramenti?

Eliminare del tutto ora il virus non è per il momento possibile e chissà quando ci riusciremo, ma reintrodurre alcune misure preventive aiuterebbe certamente a rallentarne la diffusione.

Molte delle esternazioni rassicuranti nonché minimizzanti oggi pubblicate diffondono, magari anche involontariamente, la convinzione che tutto sia finito e quindi sia ormai inutile preoccuparsene.

Vorrei pregare il Signor Sottosegretario invece di provvedere, con opportune campagne informative, a diffondere informazioni chiare, complete, efficaci per ottenere nella popolazione una giusta mentalità di rispetto del virus e capace di indirizzare i comportamenti giusti!

Forse far sembrare tutto finito si può pensare che aiuti a creare più consenso popolare, ma poi, quando si scopre che non è così, il consenso rischia di diventare rabbia.

Ed allora il rischio è di perdere in termini di salute, di economia e anche di consenso politico. Riflettiamo tutti su quanto sta accadendo! E comunque, in ogni modo, grazie comunque per tutto il lavoro che il Ministero sta facendo da due anni e mezzo e purtroppo sembra dovrà fare ancora per molto.

Prof. Cesare Cislaghi

Epieconomista



06 luglio 2022
© Riproduzione riservata

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