Gentile Direttore,
le scriviamo per denunziare l’ennesimo atto di prevaricazione nei confronti della dirigenza medica, nello specifico di quella degli specialisti radiologi. La Regione Lombardia, dopo aver effettuato scelte strategiche che assolutamente non condividiamo in merito alle risorse del proprio sistema sanitario pubblico (convenzionando tutto il possibile del privato), ha prodotto lo scorso 1 maggio, al fine di recuperare le liste di attesa, una delibera con la quale “obbliga” i Dirigenti di area radiologica ad erogare prestazioni ambulatoriali TC, RM e mammografiche in orari individuati nel sabato pomeriggio e nei giorni feriali dalle ore 20 alle ore 24.
Non approviamo tale scelta per una serie di problemi. Il primo certamente riguarda l’organizzazione di tale attività presso le unità operative di radiodiagnostica e di neuroradiologia, già in difficoltà per carenze di organico anche per la scarsissima attrattività esercitata dal Sistema Pubblico verso i professionisti medici di area radiologica.
In secondo luogo, deliberando che tali prestazioni saranno eseguite in regime di produttività aggiuntiva, si dimentica che tale formula, introdotta con il remoto CCNL 1998-2001, è inquadrata nella libera professione aziendale e, pertanto, non accessibile agli extramoenisti, ma soprattutto si basa sulla libera scelta da parte del singolo dirigente.
Per ultimo non possiamo tacere l’inopportuna decisione di far eseguire prestazioni in orari così scomodi per persone anziane e categorie fragili, creando loro disagio specie dal punto di vista organizzativo.
Chiediamo, pertanto, a viva voce, che le norme contrattuali continuino ad essere rispettate da tutte le Regioni e che la Dirigenza Regionale lombarda
Fabio Pinto
Segretario Nazionale SNR