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La formazione in sanità non può ridursi ad un ‘creditificio’

di Crescenza Abbinante, Antonio Mazzarella

06 GIU -

Gentile Direttore,
quando si parla di Salute non si può non parlare dei professionisti che, dal punto di vista sanitario, la interpretano, la gestiscono, la controllano e ne curano i suoi determinanti. Chi sono i professionisti della Salute? Quale ruolo giocano?

Il rapporto tra professionisti e organizzazione sanitaria si è modificato negli anni assistendo progressivamente alla perdita della supremazia culturale della medicina a favore di quella economico aziendalista con uno spostamento etico e deontologico del fare medicina verso una razionalità di tipo burocratico-formale.

Tutto quello che cambia nelle organizzazioni muta l’identità ed il ruolo del professionista all’interno del sistema complesso della salute. Il suo lavoro cambia, la sua funzione cambia, il suo sguardo di cura cambia: lo sguardo distaccato e disincantato del tecnico all’interno del complesso ingranaggio della salute/malattia che ha assunto le categorie dell’azienda, sguardo di chi vede ma non si fa toccare.

Come già ampiamente discusso nel documento La Salute che Vogliamo della Fp CGIL Medici e Dirigenza  Sanitaria la salute si co-costruisce con le comunità, con le istituzioni con tutti professionisti in un lavoro continuo e dinamico.  Per fare questo è necessario formare una figura professionale che abbia competenze trasversali, che sappia lavorare in equipe che sappia interrogarsi continuamente sulla complessità della relazione di cura e non viva la professione come un “prestazionificio”.

La formazione diventa dunque premessa imprescindibile e leva strategica fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di Salute del Servizio Sanitario Nazionale.

Una formazione che a partire dall’Università sia omogenea per tutti, Medici specialisti e Medici di Medicina Generale, in cui il corso di formazione, dovrebbe essere sottratto alla diversificazione regionale e al controllo di taluni sindacati e sostituito con una scuola di specializzazione come tutte le altre. La formazione teorica garantita dall’Università anche con l’inserimento nel corpo docente dei MMG, Medici ospedalieri, del Distretto, dell’Emergenza dei Dipartimenti (Prevenzione, Dipendenze Patologiche, Salute Mentale, Riabilitazione) deve svolgersi all’interno di una rete formativa accreditata ed individuata in tutti i setting assistenziali ospedalieri e territoriali, al fine di promuovere quella indispensabile contaminazione di saperi che permettano al professionista di leggere la Salute come un sistema complesso.

A questo si aggiunga che le norme nazionali e regionali di questi anni hanno consentito agli specializzandi, anche a causa delle note carenze di personale, di lavorare a tutti gli effetti per il Servizio Sanitario Nazionale promuovendo di fatto un nuovo inquadramento giuridico degli stessi. Nella realtà questo ha però creato un doppio binario, formativo e lavorativo, che va necessariamente ricomposto in un’unica filiera, cosi come indicato  anche dalla proposta di legge Boldrini n° 2372 in materia di formazione medica.

La piattaforma per il rinnovo contrattuale 2019/2021 della FPCGIL Medici e Dirigenza Sanitaria infatti ribadisce come la formazione post-laurea andrebbe per queste ragioni formalizzata con contratti formazione lavoro, “che deve trovare sede in sezioni specificatamente dedicate nell’ambito dei futuri CCNL e che, auspichiamo, proceda di pari passo al superamento delle attuali procedure di reclutamento”.

A questo deve seguire un processo di formazione continua che cominci da subito a partire dal momento dell’assunzione nel Servizio Sanitario Nazionale. Una formazione che non si riduca ad un creditificio ma che informi e formi il professionista al paradigma della complessità. Attraverso le attività di tutoraggio dei professionisti con maggior esperienza e sulla base di programmi ben definiti, sarà possibile affidare ai più giovani il patrimonio di competenze tecniche ed etiche che attualmente vanno disperse. 

La medicina non è solo scienza intesa come pratica. Deve prevedere azioni che esprimono complessi mondi di significati non esclusivamente tecnici e, per questo, deve essere necessariamente considerata all’interno di un’etica che non può essere giustapposta (magari con un codice deontologico) né considerata neutrale ma considerata intrinseca al pensiero e pratica medica.  La formazione è lo strumento imprescindibile per il professionista che si interroghi costantemente sul suo essere persona e cittadino e che sappia rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità non solo come un tecnico competente ma soprattutto come professionista consapevole.

Crescenza Abbinante e Antonio Mazzarella

Esecutivo Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN



06 giugno 2022
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