Gentile Direttore,
gli infermieri sono catalizzatori di una trasformazione positiva per respingere le forze che minacciano la salute globale e per costruire sistemi sanitari forti. Abbiamo le prove e dobbiamo dare luogo ad investimenti importanti per la professione.
La celebrazione della Giornata Internazionale degli infermieri, con l’evento in Senato della Repubblica e la conclusione della settimana infermieristica italiana, ha portato la CNAI alla divulgazione, in consultazione pubblica del documento di “Implementazione della Direzione Strategica Globale ed Europea per il rafforzamento dell’assistenza infermieristica in Italia” volto ad offrire concrete linee di azione per delineare gli sviluppi della professione ed aumentare la qualità dell'assistenza infermieristica, in linea con quello che chiedono i cittadini (accesso alle cure, sicurezza, equità).
Questo documento strategico si basa sui quattro pilastri definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’infermieristica e l’ostetrica 2021-2025, approvata con risoluzione WHA74.15 dell'Assemblea mondiale della Sanità (e quindi anche dall’Italia) che sono Formazione, Leadership, Lavoro e Erogazione dell’Assistenza, a cui si aggiungono due ulteriori elementi definiti da ICN, la Sicurezza, e l'altro il Benessere degli infermieri.
Partendo dal quadro definitorio, basato sui documenti internazionali di riferimento e volto a fare chiarezza evitando talune confusioni terminologiche (ad esempio, la pratica infermieristica specialistica è un anello intermedio, rispetto alla pratica infermieristica avanzata e non un suo sinonimo) sono state inserite, per citarne solo alcune, per ogni area linee di azione - operative, pratiche e concrete - come l’allargamento del perimetro di agire professionale, indicazioni per avere condizioni di lavoro dignitose e sicure, la possibilità di esercizio di attività extra-professionale, misure per garantire maggiore attrattività di studenti e permanenza in servizio di professionisti, lo sviluppo professionale continuo e politiche che promuovano il benessere, la sicurezza e l’uguaglianza di genere, oltre alla possibilità di esercizio di funzioni di direzione a livello ministeriale (CNO) e regionale.
Tra le soluzioni strategiche rapide da implementare più importanti incluse nel piano temporale, ci sono quelle di sviluppare un meccanismo di progressione basata sul Continuum dell’assistenza partendo dagli operatori di supporto, con l’individuazione della figura dell’Operatore di supporto infermieristico (OSI), gli infermieri (requisiti come da Direttiva 2013/55/EU), gli infermieri specialisti (livello di perfezionamento/master) e gli infermieri di assistenza infermieristica avanzata (advanced nurse practitioners), in possesso di laurea magistrale ad indirizzo clinico e livello di abilitazione autonomo e differenziato.
L’idea è stata quella di sviluppare le linee di azione delineate a livello globale ed europeo, adattandole al contesto italiano, per contribuire alla definizione delle politiche e pratiche organizzative professionali; assicurare una corretta pianificazione, in risposta ai bisogni e alle priorità e garantire che il personale infermieristico eserciti le proprie responsabilità in linea con la qualificazione e l’esperienza per fornire assistenza infermieristica di alta qualità.
Costruire un sistema ed una società più forte, prepararsi alla prossima pandemia e alle sfide emergenti, soddisfare tutti i bisogni sanitari insoddisfatti che sappiamo stanno crescendo e stanno iniziano a sopraffare i diversi servizi ospedalieri e territoriali, ma soprattutto tener conto di quello che si aspettano i cittadini, rendono necessarie scelte e coraggio, che superino i desiderata ed i corporativismi – interni ed esterni - di coloro che si ritengono dominanti nel mondo sanitario, a scapito dei cittadini.
Per affrontare tutto ciò, l’appello al Governo, alle Regioni, alla politica ed ai decisori è di utilizzare quello che è sotto il loro naso: gli infermieri che vanno davvero valorizzati e devono essere parte importante e cruciale della soluzione. Devono essere pienamente coinvolti nelle scelte strategiche e liberare il loro potenziale nell’agire professionale, con l’abilitazione, tra l’altro, alla pratica infermieristica avanzata al pari della maggioranza dei paesi europei ed internazionali
Al momento, nelle iniziative intraprese è sembrato mancare invece proprio il coraggio e la valorizzazione ancora più ampia della professione infermieristica: si sono mantenuti numerosi elementi volti a garantire lo status quo nelle relazioni e nelle funzioni di interfaccia con il cittadino, con equilibrismi al ribasso nei documenti finora approvati, il riemergere di tendenze nostalgiche di ancillarità, che non paiono portare di certo a ricadute positive sulla salute dei cittadini.
E questo pare essere decisamente inaccettabile. La più grande minaccia alla salute globale e nazionale, viste le nostre tendenze epidemiologiche è infatti proprio la carenza di infermieri: dobbiamo passare dalle chiacchiere e mettere in atto azioni per sostenere gli infermieri e rendere attrattiva la professione. Mancano secondo stime anche duecentomila infermieri in Italia.
Infermieri generalisti, ed infermieri in ruoli specialistici e di pratica avanzata, con funzioni e livello di autonomia operativa, alla guida delle sfide del territorio, degli ospedali, delle cure croniche, della prevenzione, delle misure di salute pubblica, sviluppando nuovi modelli, processi e relazioni, garantiranno davvero il pieno accesso all'assistenza sanitaria e il diritto costituzionale alla salute.
Dobbiamo rompere le catene – come afferma il CEO di ICN, Howard Catton - e rimuovere le barriere normative e permettere agli infermieri di lavorare davvero al loro pieno potenziale. E se facciamo queste cose attraverso azioni concrete, attraverso investimenti nella formazione, nei posti di lavoro e nella leadership infermieristica, per garantire la sicurezza, la salute e il benessere degli infermieri, per liberare il potenziale infermieristico, queste rappresenteranno le fondamenta su cui torneremo una società più forte e più resiliente.
E’ responsabilità dello Stato e delle Regioni, anche attraverso le diverse Agenzie e Istituzioni, con il supporto indispensabile delle Società Scientifiche e del mondo associativo, delineare armonici e coerenti modelli di sviluppo nazionale, regionale, settoriali e locali, al fine di regolamentare la pratica, le condizioni di lavoro e l’infermieristica nel suo complesso.
Con la divulgazione di questo documento, si avvia il percorso di condivisione pubblica sulle proposte presenti indicate in questo documento, volte a dare concreta attuazione alle strategie delineate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed approvate dall’Assemblea Mondiale della Sanità 2021 (e conseguentemente dall’Italia).
Ora è il momento di agire.
Walter De Caro